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M5S, Vaffa Day a Genova. Grillo: "Impeachment per Napolitano, partiti merdine"

Giulio Bucchi
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In migliaia in piazza a Genova, anche se all'appello mancano molti degli onorevoli 5 Stelle cosiddetti "dissidenti": Beppe Grillo gioca in casa per il terzo Vaffa Day della storia del Movimento, dal palco è meno volgare del solito ma i toni sono comunque duri. Le parole chiave? Sempre le stesse: no a Napolitano ("Abbiamo pronto l'impeachment"), no ai partiti ("Sono una merdina, dei parassiti che si disintegrano per succhiare il sangue al Paese"), no a questo Parlamento ("Siamo qui per dargli l'estrema unzione"), no all'Europa ("Voglio un referendum sull'euro, e voglio un dazio per proteggere il Made in Italy"). E siccome il leader dei pentastellasti sente già odore di elezioni, ci tiene a ribadire che il Movimento è "una forza di governo". Con chi voglia governare, è chiaro: da solo. E ai giovani senza lavoro dice: "Non dovete più lasciare questo Paese. Non dovete più emigrare, dovete cospirare!". "La Iuc? E' un rutto" - In Piazza della Vittoria Grillo invoca una "rivoluzione culturale e politica", e pazienza se lo chiamano "populista arrabbiato". La rivoluzione, sostiene il leader dei 5 Stelle, passa anche dai suoi parlamentari (quelli fedeli, perlomeno): "Li ringrazio per tutto quello che fanno, ormai mi hanno superato. Io non ho più l'età. Abbiamo mandato in Parlamento donne senza silicone o culi di plastica, donne che lavorano, che sanno cosa vuol dire lavorare". La critica al governo di Letta "capitan Findus, che per tutta la vita è stato il nipote di suo zio") è totale, a cominciare dalle tasse: "Iuc? E' un rutto di un alcolizzato, non si sa dov'è la copertura". Lo slogan classico sui partiti, il "Tutti a casa" scandito anche dalla gente in piazza, si accompagna a un guizzo da comico dell'ex showman: "Il guaio è che i politici sono pieni di case...". La gara con Berlusconi - Ma il succo del suo interve,nto, il cui passaggio accolto con maggior calore è quello contro Napolitano, considerato dal guru fazioso e poco trasparente sulla questione trattativa Stato-mafia, è la critica, totale, all'euro e alla grande finanza delle multinazionali che condizionano la vita quotidiana degli italiani. I dati sulle esportazioni e sul debito pubblico conduce il capo dei 5 Stelle all'annuncio "formale" di un referendum sulla moneta unica. "Noi non diremo sì o no all'euro - premette -, vogliamo che voti la gente". Ma la linea dei 5 Stelle è chiara: no a questo assetto che ha premiato solo la Germania, massacrando la produzione e il commercio italiani. Meglio piuttosto un "euro 2" che riunisca i paesi più deboli, come Grecia, Spagna e, purtroppo, l'Italia. Battaglia antica, ma con una punta di malizia: vuoi vedere che Grillo prova a rubare voti puntando sugli stessi tasti di Silvio Berlusconi, ora all'opposizione come lui?

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