Alfano: non ha mai creduto in meperché sono andato via
"Una brutta giornata per il Parlamento e per l'Italia". Angelino Alfano, dopo aver convocato in "modo solenne" i gruppi parlamentari del Nuovo centrodestra, commenta così, in una conferenza stampa, la conclusione della procedura che ha portato alla decadenza di Silvio Berlusconi. La riunione è terminata con l'approvazione di un documento che ripercorre gli ultimi vent'anni della storia politica italiana, perchè, spiega il vicepremier, "rivendichiamo con forza la storia di questi venti anni e le idee che in materia di giustizia abbiamo propugnato in questi 20 anni". E la giustizia, avverte Alfano, "non può e non deve uscire dall'agenda del governo e del Parlamento dei prossimi mesi. Il Pd non ha più alibi". Possiamo essere il motore per la riforma della giustizia - insiste Alfano - non ci sottrarremo a questo compito e se dovessimo portare a termine questa missione nell'ambito dei prossimi dodici mesi, avremmo rafforzato ancora di più il senso della nostra partecipazione a questo governo". Alfano rivendica "la trasparenza, la chiarezza, la nettezza della "nostra battaglia politica contro la decadenza del presidente Berlusconi", che testimonia "più di ogni altra cosa la coerenza e la corretteza dei parlamentari che hanno fatto una scelta chiara dal punto di vista politico". I timori di Alfano - In pubblico Angelino Alfano si mostra solidale con Berlusconi a cui ha fatto anche una telefonata subito dopo il voto di decadenza. In realtà Alfano sa che adesso deve giocare la sua partita, che deve pensare alla strategia politica, puntando ad intercettare il voto di quegli elettori di centrodestra che non si riconoscono nei toni più accesi di Forza Italia. Ma dietro la battaglia poltiica, c'è anche l'amarezza umana. Il vicepremier avrebbe detto ai suoi: "La cosa che alla fine mi ha colpito di più è che nonn si sia fidato di me, della strada che gli stavamo preparando con Napolitano. Ha preferito ascoltare quelli che gli consigliavano la spaccatura. Alcuni in buona fede, altri meno". Per Alfano si apre una nuova fase nuova, quella della costruzione da zero di un partito. Per lui si aprono due sfide: da una parte provare a non farsi attaccare addosso l'etichetta di "traditoro" da parte dei falchi, dall'altra per dimostrare all'elettorato di non essere satelliti del Pd.