Belpietro, Feltri, FerraraNapolitano, Pd e il complotto anti Cav
I tre direttori nei loro editoriali commentano il comportamento anomalo del Colle, della sinistra e della magistratura rispetto alle vicende di Berlusconi
Il giorno della resa dei conti è arrivato: domani il Senato voterà la decandenza di Silvio Berlusconi e l'esito è quasi scontato. Pd, Movimento Cinque Stelle e qualcun altro, nonostante il Cav abbia le prove della sua estreneità alla frode fiscale per il quale è stato condannato, nonostante abbia lanciato un accorato appello a sospendere il giudizio per valutare le carte americane, si apprestano a mettere in atto il piano per farlo fuori. E così sia Maurizio Belpietro, sia Vittorio Feltri, sia Giuliano Ferrara sui loro quotidiani oggi hanno dedicato i propri editoriali a commentare il comportamento antidemocratico della sinistra che, per dirla con le parole del direttore di Libero, "non essendo riuscita a batterlo nell'urna e a cancellarlo dalla memoria degli italiani, si appresta ad espellerlo dal Parlamento con l'aiuto delle toghe". "Qui non si tratta di ribaltare una sentenza", tuona Feltri sul Giornale. "Bensì di vedere se essa sia stata emessa o no senza considerare elementi importanti che potrebbero scaglionare il condannato. Perché rifiutare a priori a Berlusconi simile chanche? Questa è una mostruosità". Per il fondatore di Libero "si pretende di liquidare il Cavaliere perché da vent'anni è un personaggio scomodo, talmente scomodo da aver impedito alla sinistra di conquistare il potere e di gestirlo a proprio piacimento. Ora che si è giunti al momento della fucilazione, c'è chi teme che l'esecuzione venga rinviata o revocata. E insiste affinché si premano i grilletti. Subito, senza indugi". "E la chiamano democrazia", conclude Feltri. Belpietro nel suo articolo sulla prima pagina di Libero si rivolge poi agli eletti con il centro destra che seppur fuori da Forza Italia ancora al centro destra si ispirano: "siete proprio sicuri che non si possa fare nulla per impedire questa barbarie? Siete proprio certi che, arrivati a questo punto, cioè a una legge di Stabilità imposta per decreto senza che vi sia nulla o quasi del programma liberale con il quale raccoglieste i voti, convenga ancora sostenere Letta? Lo diciamo in tono conciliante, senza accusare nessuno di tradimento o altro, ma solo invitando persone che rispettiamo a riflettere: secondo voi, caduto il Cavaliere, sarete più forti o più deboli? E il centrodestra come sarà? Soprattutto: come sarà l'Italia? Starà meglio o rischierà di star peggio? Ecco, noi un'idea ce l'abbiamo, e non è proprio rassicurante". Il Foglio, da parte sua, sostenendo che "la macchina del giustizialismo chiodato si è messa in moto, il sinedrio si riunisce domani e il cappio è pronto", punta l'indice contro "Napolitano, garante della Costituzione": "Non può tirarsi fuori dal dovere di correggere la grave stortura che si è prodotta".