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Decadenza, Berlusconi: "Epifani deve vergognarsi finché campa"

Ignazio Stagno
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Dopo il "no" alla grazia da parte di Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi si prepara ad affrontare i sette giorni più duri della sua ventennale carriera politica. In agenda, mercoledì 27 novembre c'è il voto sulla decadenza a Palazzo Madama. Il Cav darà battaglia ("Sono in arrivo le carte dagli Stati Uniti che mi salveranno") e così manda un avvertimento al segretario del Pd: "Epifani? Si dovrà vergognare finché campa per un atto indegno che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini", afferma il Cav intervistato di prima mattina da Radio Uno. Ieri l'ex segretario della Cgil aveva definito "irricevibili e sgangherate" le dichiarazioni di Berlusconi confermando la linea del Pd favorevole alla decadenza senza alcun rinvio: "Si è deciso che si vota il 27 e così è" aveva spiegato Epifani intervenendo alla Convenzione del Partito Democratico. "Sarà un golpe" - "Io non vedo come si possa chiamare in modo diverso se non colpo di stato". Nella corso della stessa intervista Silvio Berlusconi risponde poi indirettamente a Giorgio Napolitano sulla questione della grazia ribadendo la valutazione fatta sabato scorso sul voto sulla sua decadenza previsto al Senato per mercoledì. "Un colpo di Stato - continua -che parte da una sentenza politica criminale per eliminare il leader del centrodestra e spianare la strada alla sinistra". Insomma nell'aria c'è alta tensione. Il voto di domani è un passaggio chiave per il governo, per la maggioranza e anche per il centrodestra. La "fucilazione" politica è pronta. Ma il Cav, come sempre, non si arrende. 

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