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Berlusconi: "Non mi dimetto. Chi vota la decadenza, si vergogni. E contro Renzi ho un colpo a sorpresa..."

Silvio Berlusconi

Roberto Procaccini
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Un Cavaliere combattiero, che non si arrende alla decadenza ("non mi dimetto"). Cavaliere che, anzi, dice di avere già nella manica "la mossa a sorpresa" per mettere fuori gioco il suo rivale più accreditato, quel Matteo Renzi accreditato come l'unico capace di batterlo nelle urne. Silvio Berlusconi torna a parlare e lo fa con una lunga intervista a Il Mattino di Napoli. Tocca tutti gli argomenti del momento (decadenza, governo, partito e giustizia) e lancia un segnale a chi lo vuole al più presto in panchina: "Non è ancora finita". Renzi e il Pd - "Ho un colpo segreto da giocare contro Renzi", dice il Cav ad Alessandro Barbano, direttore della testata partenopea. Quale? Non lo dice, ma certo non la discesa in campo della figlia. "Non voglio assolutamente che Marina entri in politica - spiega Silvio -. Non voglio che, in un Paese in cui la magistratura è diventata un contropotere dello Stato, lei subisca ciò che ho subito io". Ma cosa pensa il Cavaliere di Arcore del sindaco di Firenze? "E' un comunicatore eccezionale". Ma se ci sarà il duello, ricorda, "dipenderà dalla decadenza, o forse dalla revisione del processo". Per il Pd, Berlusconi non trova le stesse parole cortesi che ha per Renzi. "Sfido chiunque a dire che in questi mesi di coabitazione - rivendica - non abbiamo dimostrato un atteggiamento di sincera apertura e prudenza. Che cosa ce n'è venuto? - chiede retorico - La decadenza". Si sarebbe aspettato altro, il Cav, "Un riconoscimento del mio ruolo e un'agibilità politica che ogni cittadino di buon senso e di buona fede concederebbe a un alleato". Invece, è il suo giudizio, "abbiamo dato molto e non abbiamo ricevuto in cambio nulla". Ipotesi dimissioni - Silvio smentisce categoricamente l'indiscrezione secondo la quale sarebbe pronto a dimettersi da senatore per evitare il voto di decadenza. "Non mi dimetto prima, non ci penso nemmeno - fa categorico -. Aspetterò che votino. Che si assumano la responsabilità di una cosa di cui si dovranno vergognare per sempre". Perché il Cav preferisce rimanere in aula il giorno che con ogni probabilità, sancirà la sua espulsione dalle istituzioni italiane? "E' l'occasione che nella mia buona fede darò a chi voterà - spiega -. Un'occasione per mettere il filtro della dignità politica a una sentenza irrealistica e condizionata dal desiderio di eliminare Silvio Berlusconi come ostacolo alla presa del potere da parte della sinistra". Governo - "L'ho detto e lo confermo - è il monito di Silvio -. Il voto di decadenza è il punto di non ritorno". Che succede dopo? "Ci regoleremo in base all'esame dei contenuti della Finanziaria", spiega il Cav. Vuol dire che non la voterete? incalza Barbano. "Vuol dire che non la conosco. E come me neanche gli italiani - spiega -. Spero che almeno nelle prossime ore i nostri senatori possano studiarla". Ma non significa che si va verso il voto anticipato, spiega il Cav: "Perchè mai si dovrebbe tornare al voto? - chiede retorico - Il governo non ha forse raggiunto una maggioranza in grado di reggere, anche se noi passeremo all'opposizione?". Anzi, solo gli scomodi alleati, lascia intendere Silvio, possono portare il Paese al voto: "A meno che non prevalgano nel Pd volontà di far cadere il governo...". Alfano e le colombe - Berlusconi respinge al mittente l'accusa di aver condotto una scissione "finta" del Pdl: "Nessuna persona seria lo può pensare - risponde stizzito -. Tutto si è svolto alla luce del sole. E inaspettatamente, almeno da parte mia. E' stata una divisione vissuta - prosegue -, ne sono certo, con sofferenza da tutti. Certo, si fa fatica a capire quali siano le loro motivazioni reali, questo sì. Non c' è una differenza sui programmi". Il Cav ha però qualche parolina per Angelino Alfano: "Preferisco non dire quello che penso. Mi è successo altre volte - dice - di incontrare persone che avrebbero potuto aspirare a essere i miei successori. Non ci sarebbe voluto molto da aspettare, eppure non hanno aspettato". Ma non si parli di espulsione, raccomanda il Cav: "Non ho cacciato nessuno - puntualizza -. Questa è una narrazione mediatica, anzi da pessimo romanzo d'appendice - rilancia -, mi lasci dire. Dicono che io avrei subito pressioni di questo o di quell'altro. Ma le pare che alla mia età, con la mia esperienza imprenditoriale, sportiva, politica e istituzionale come uomo di Stato, io mi possa lasciar convincere da chiunque?". Sentenza Mediaset - Ma il Cav non ha colpi a sorpesa solo per Renzi. "Presto arriveranno dagli Usa testimonianze decisive. Prove del fatto che il fisco americano - spiega il Cavaliere - ha acclarato la configurazione veritiera delle compagnie off-shore che, secondo i giudici della sezione feriale della Cassazione, mi vedrebbero socio occulto del finanziere Agrama. E che invece appartengono a lui o ad altre personalità". Si sente sicuro del valore dell'asso della manica: "Dico solo che ci sono conclusioni investigative - fa sicuro - che accertano in modo incontrovertibile che io non c'entro niente. E che saranno oggetto del processo di revisione". Non ha fiducia nella sentenza di condanna, il Cav: "Sono stato giudicato da un collegio politico. Una  sentenza politica - è la denuncia - ha capovolto due precedenti verdetti della Cassazione, emessi nel 2012 e nel marzo del 2013, i quali avevano giudicato in modo diverso sullo stesso fatto, accertando la mia innocenza. Quello che mi ha condannato - conclude - è un processo viziato da un chiaro intento politico e lo dimostrerò".

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