Carlo Nordio sullo stop alla prescrizione: "Gli effetti perversi restano, l'errore di Bonafede"
Il braccio di ferro tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte sulla prescrizione non si allenta. A gettare benzina sul fuoco c'è Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto di Venezia, che boccia o quasi la proposta di Alfonso Bonafede. "Se l'obiettivo della riforma del processo penale è quello di annullare gli effetti perversi della sospensione della prescrizione, accelerando i processi, allora proprio non va" spiega a ItaliaOggi. I grillini, in questo duro scontro che mina il governo, credono che lo stop alla prescrizione dei reati possa garantire agli imputati processi brevi, anche se fior fiore di togati hanno sostenuto il contrario. Per l'ex magistrato non tutto però ha effetti così devastanti: "Una buona novità è proprio il criterio di richiesta di archiviazione". In sostanza oggi l'indagato viene mandato a giudizio quando non vi è la prova della sua innocenza, mentre "con questa riforma dovrebbe essere 'prosciolto' quando gli elementi raccolti dall'accusa non consentono una ragionevole previsione di condanna". Leggi anche: Sondaggio Swg, scontro sulla prescrizione: gli italiani bocciano Matteo Renzi Insomma, la riforma della Giustizia sostenuta oggi da M5s, Pd e LeU avrebbe "un effetto, seppur modesto, deflattivo e soprattutto sarebbe più aderente al principio della presunzione di innocenza". Ma questo non servirà ad accelerare le indagini, anzi potrebbe - secondo Nordio - addirittura allungarle, "perché qualche Pm potrebbe impiegare più tempo nella ricerca delle prove a carico dell'indagato così da evitare che non si arrivi a processo". Altro punto debole della proposta del Guardasigilli è l'azione penale. Sarà infatti ogni Procura a selezionare le priorità, rischiando che si creino tante linee di pensiero differenti. "Non è previsto un indirizzo unitario e un conseguente controllo sulle decisioni dei singoli Capi degli uffici - prosegue -. E poiché i Capi non rispondono a nessuno di queste scelte, avremo l'ennesimo esempio di potere senza responsabilità. Tutto questo perché non si ha il coraggio di introdurre la discrezionalità dell'azione penale, che oggi è diventata arbitraria". Per l'ex pm dunque questa legge non è tutta da buttare, "ma non giustifica la riforma sulla prescrizione". Ed ecco che Renzi, nella battaglia contro la maggioranza, ha un altro sostenitore.