Decreto sicurezza, nessun accordo tra Pd e M5s: Lamorgese, nuova bomba sotto il tavolo del governo
Nessuna intesa sui decreti sicurezza che rischiano di trasformarsi nella prossima bomba sotto il tavolo del governo. Dopo tre ore di discussione a palazzo Chigi, con la mediazione del premier Conte, la maggioranza non ha trovato un accordo sulla modifica delle norme varate a suo tempo dall' esecutivo giallo-verde. Da una parte restano Dem, Italia Viva e Leu che chiedono una radicale trasformazione dei provvedimenti voluti da Salvini e anche una modifica del memorandum Italia-Libia che, in realtà, il governo avrebbe appena confermato (salvo poi chiedere alla Libia una serie di modifiche ancora da discutere e concordare); dall' altra sono, invece, schierati i Cinquestelle molto più cauti in materia, anche se, naturalmente, tra gli stessi grillini non mancano le divisioni. Leggi anche: "Cancellare Salvini", sardine e Repubblica in pressing sulla Lamorgese Il sottosegretario Pd all' Interno, Matteo Mauri parla di «un incontro molto positivo. Si sono fatti molti passi avanti, si sono condivisi obiettivi comuni e si è affrontato in modo concreto quello che è l' esito di questo anno e mezzo di decreti, valutando tutte le questioni negative che hanno portato e decidendo di intervenire». Per ora, però, tutto è stato rimandato. Quello che emerge è che si andrebbe verso due decreti separati: uno sulla sicurezza e un altro sull' immigrazione. «In particolare», spiega Mauri, si è riflettuto «sul tema dell' integrazione e su come questi dl hanno prodotto obiettivamente irregolarità. Abbiamo condiviso uno schema di lavoro, abbiamo deciso di dividere la parte più legata alla sicurezza e quella legata all' immigrazione e abbiamo riflettuto, con qualche accenno diverso ma assolutamente riconducibile all' unità, su quali possono essere gli interventi». Il renziano Gennaro Migliore insiste a parlare di «radicale modifica» e di una «revisione complessiva degli accordi con la Libia». Le multe alle ong, aggiunge l' esponente Iv «chiediamo che vengano eliminate: chi salva vite umane non può essere multato». Il capo politico grillino Vito Crimi, però, frena: «I decreti sicurezza sono stati concepiti sulla scorta di una esigenza reale, per affrontare e risolvere criticità a tutti evidenti. Tornare indietro vanificherebbe i positivi risultati ottenuti». Così, per ora, ogni decisione è rinviata, forse anche per timore dell' opposizione che annuncia già battaglia.