Coronavirus, Pietro Senaldi contro le Sardine: vogliono fermarlo con i libri
La colpa è nostra. Gli abbiamo chiesto insistentemente se avessero qualche altra opinione sull' attualità che andasse oltre «l' abbasso Salvini» con il quale si sono presentate alla piazza di Bologna e all' Italia. E le sardine, ahinoi, ci hanno ascoltato, hanno vinto la loro ritrosia e hanno cominciato a esternare. Prima hanno detto che la stampa deve parlare di fatti e non commentarli. Poi hanno aggiunto che vogliono abrogare il decreto sicurezza e che i governanti non possono muoversi dai ministeri e farebbero bene a buttare nel cesso i social e comunicare solo tramite canali istituzionali. Quindi sono andate a lezione da Benetton e dal suo guru, Oliviero Toscani, per capire come si fa a conquistare l' opinione pubblica, visto che dopo gli applausi degli esordi Santori e i suoi hanno iniziato a ricevere una serie di critiche negative, e non solo da destra. Leggi anche: Prescrizione, Pietro Senaldi: "Occhio, Renzi fa sul serio" Il contatto con l' imprenditore e il suo genio della comunicazione, oltre ad averle fatte ripudiare pubblicamente dalla maggioranza dei loro sostenitori, ha contagiato le sardine, trasmettendo loro il virus di chi le spara grosse, che poi appartiene allo stesso ceppo di quello dell' idiozia. In chiara polemica con la richiesta dei governatori leghisti di non ammettere a scuola per qualche giorno gli studenti cinesi di rientro dalla madrepatria, il movimento ittico ha lanciato la campagna «non farti contagiare», contro la disinformazione legata al coronavirus. «Il male si combatte con la cultura» hanno postato in rete, fotografandosi con dei libri in mano. Il concetto è che l' allarmismo alimenta un' epidemia ancora più pericolosa del morbo killer, cioè la xenofobia. A parte che l' allarmismo genera prudenza e non razzismo, come prova il fatto che, in assenza di disposizioni da parte del nostro governo, i cinesi in Italia si sono messi in quarantena da soli, isolando nella loro comunità chi di recente è stato in Estremo Oriente, non si capisce a che titolo le sardine possano rivendersi come testimonial di cultura. Per appartenere al branco non sono richiesti titoli accademici e i fondatori del movimento hanno l' aspetto di eterni studenti fuori corso piuttosto che di professori, intellettuali o scienziati. La sardina media si è formata tra i boy scout, in parrocchia, nei centri sociali o al bar dell' università, forse pure al circolo Pd, ma non in biblioteca o al lavoro. Santori e i suoi amici ci avevano promesso che fino al loro evento di rinascita, previsto per marzo a Scampia, se ne sarebbero stati zitti a studiare. D' altronde, se sei filogovernativo e organico alla sinistra, come sono loro, puoi giocare a fare l' opposizione della maggioranza giusto in campagna elettorale. Poi è dura reggere il ruolo. Siccome però la fama va alimentata e la politica è una brutta bestia, che ti prende alla gola e ti impedisce di restare nelle retrovie anche quando sarebbe opportuno farlo, le sardine, benché pesci, non sono riuscite a restare mute a lungo e sono saltate come predatori sulla prima iniziativa della Lega che glielo consentiva, senza pensarci due volte. Così il coronavirus, nella loro narrazione, non è più una forma influenzale contagiosissima che ti può mandare al creatore, ma uno strumento con il quale Salvini vuole infettare il mondo, spargendo odio e razzismo. Concetto delirante, oltre che identico a quello che sostengono Conte e la sua maggioranza, giusto a ribadire quanto sia nuovo e indipendente dalla politica il movimento dei pesciolini rossi. Noi forse abbiamo studiato meno di qualche sardina, anche se sicuramente con maggiore profitto, e la pensiamo esattamente come i cinesi che vivono in Italia. Il coronavirus si batte con la prudenza, e l' eccesso di accortezza è più funzionale allo scopo della scarsità. Quanto al razzismo, esso non c' entra nulla. Se il governo decidesse la quarantena per tutti quelli che sono stati in Cina nell' ultimo mese, nessuno tremerebbe nel trovarsi accanto un orientale con la tosse. E, se anziché cinese il virus fosse valdostano, gli italiani avrebbero paura degli abitanti di Aosta esattamente quanta ne hanno oggi di quelli di Wuhan. Anzi, senza dubbio il panico sarebbe maggiore. Per quel che invece riguarda le sardine, dobbiamo constatare che la situazione è senza speranza. Il baco che hanno nel cervello non si può curare. Il cattocomunismo è malattia grave e irredimibile; fortunatamente per l' umanità, il contagio è in drastica diminuzione, anche se purtroppo gli infettati dal virus sinistro sono più in Italia che in Cina. di Pietro Senaldi