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Emilia Romagna, Stefano Bonaccini vince grazie al voto disgiunto M5s: lo studio dell'Istituto Cattaneo

Gabriele Galluccio
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Claudio Borghi lo aveva detto già durante la fase di scrutinio, attenzione a "quell'obbrobrio" del voto disgiunto perché può cambiare completamente la lettura dell'esito elettorale in Emilia Romagna. Effettivamente i dati dell'Istituto Cattaneo di Bologna confermano che gli elettori del Movimento 5 Stelle sono stati uno dei fattori determinanti nella vittoria di Stefano Bonaccini a scapito di Lucia Borgonzoni. Lo studio analizza i flussi elettorali su Forlì, Ferrara, Parma e Ravenna dalle Europee 2019 alle Regionali 2020. Leggi anche: Conte-Salvini, botta e risposta sull'Emilia Risultano percentuali enormi di elettori grillini che hanno votato per il Movimento ma allo stesso tempo dato la preferenza a Bonaccini piuttosto che a Simone Benini: il 71,5% a Forlì, il 62,7% a Parma, il 48,1% a Ferrara. Ciò dipende dalla nazionalizzazione del voto voluta da Matteo Salvini e soprattutto dall'uscita di scena di Luigi Di Maio che ha indebolito ulteriormente il candidato M5s e dato il via libera al voto grillino in favore del Pd. Per l'istituto Cattaneo è quindi stato proprio l'elettorato del M5s ad essere l'ago della bilancia per la riconferma di Bonaccini. Quest'ultimo avrebbe inoltre conquistato anche la preferenza di chi alle Europee 2019 aveva votato piccoli partiti più a sinistra del Pd: risaltano soprattutto i dati di Forlì (71,4%) e di Ferrara (61,4%).

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