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Sardine, Renato Farina: "Mattia Santori un bravo ragazzo? A 32 anni non lavora e occupa le scuole"

Cristina Agostini
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«La svolta storica della politica», vantata da Mattia Santori, si è palesata ieri al Liceo Fermi di Bologna in una finzione da quattro soldi. L' aveva annunciata domenica sulla prima pagina di Repubblica e l' aveva incisa con sottofondo di batteria e chitarre elettriche il medesimo capo delle Sardine, durante il megashow in piazza 8 Agosto. Lo si era capito già al concerto in piazza che era vecchiume rabberciato: stesso tipo di palco, identico schema di servizio d' ordine delle parate di Pci e Cgil anni '70. Rottamati gli Intillimani, coi loro zufoli andini, adesso ancheggiano i Subsonica e gli Afterhours, ma la musica ipocrita è sempre quella lì, e la svolta storica non è altro che la riedizione degli stagionati trucchi dei comunisti per farsi propaganda sotto elezioni dove sarebbe vietato, in nome dei valori universali, ciurlando nel manico del lassismo scolastico. Le giovani promesse del progressismo da piazza e da tivù si rivelano essere tardi epigoni del togliattismo a doppia morale, in un travestimento trasparente come la cartavelina. Sono la camaleontica riedizione in simil-pelle di Pci-Pds-Ds-Pd. La sinistra italiana è questa roba qua: alti ideali in teoria, meschini sotterfugi in pratica. La storia comincia con una circolare per docenti (n. 135) e studenti (n.119). Il Liceo scientifico statale Enrico Fermi è quello top di Bologna. Vanta ora una nuova gloria o forse due. Sono passati di qui da studenti due personaggi già leggendari: Mattia Santori e Giulia Trappoloni: il numero uno e la numero tre del quadrumvirato che ha fondato e guida le Sardine. L' APPUNTAMENTO - Il 21 gennaio sarà un giorno formidabile, per l' occasione - si avverte - «i ricevimenti dei genitori sono sospesi». C' è l' assemblea generale degli studenti dei tre ultimi anni, a porte chiuse. Essa si terrà nella sede più neutra del mondo, ovvio: il circolo Arci Benassi, che sta al Pci e oggi al Pd dell' Emilia Romagna rossa come la moschea ai musulmani. Ci sono bar, ristoranti, c' è il mondo, è il cuore del sistema. L' orario scolastico dice: «Primo Turno 8.30-10.20. "Noi credevamo..." Testimonianza del Sig. Mario Neri, partigiano durante il secondo Conflitto Mondiale. Pausa: 10,20-10,50. Secondo Turno 10,50-13,00. "A scuola di democrazia: al di là di ogni ideologia". I politologi Nadia Urbinati e Paul Ginsborg dialogano con i rappresentanti del Movimento delle "Sardine" sull' importanza della partecipazione democratica dei giovani alla vita politica». La candidata alle regionali per Forza Italia, la pugnace Valentina Castaldini, in un incontro fuori dalla scuola con studenti al primo voto, si era ritrovata questa circolare tra le mani, portata da ragazzi costretti a sopportare questa invasione di sardine con il timbro dello Stato e con l' egida dell' ufficialità. Ha protestato, e il Resto del Carlino ha riferito la risposta del preside Fulvio Buonuomo, la quale è di una tartufaggine da scuola delle Frattocchie o da università Lumumba di Mosca: «Nessuna propaganda politica o indicazione di voto». Garantisce sul suo onore: «I politologi analizzeranno il contesto in cui è nato il movimento, i fondatori racconteranno il proprio lavoro sul campo». Conclude il dirigente scolastico: «Sarà un dialogo a più voci». Come no? Tale e quale il quartetto Cetra, o forse meglio il coro dell' Armata Rossa. All' ira della Castaldini si era aggiunta ieri sulla Gazzetta Bolognese quella del leghista Luca Vecchiettini. Chiedeva di allargare gli inviti. Niente da fare, non vogliono gente volgare che inquinino il limpido mar delle Sardine. E così oggi ecco tranquillo e sereno il raduno angelico, sopra, molto sopra la banale battaglia politica. Che è successo? Qualcuno ha fatto rimbalzare fuori dalla ridotta dell' Arci alcune frasi del non-comizio. E così l' agenzia Dire ha potuto riferire, consentendo a noi di riferire, le affermazioni del tutto scevre da propaganda politica dell' autore della svolta politica. Santori avrebbe detto tra l' altro: «L' Emilia-Romagna è una delle regioni meglio amministrate d' Europa secondo dati inoppugnabili». Conseguenza pratica: «Se ho appena vinto i mondiali perché devo cambiare allenatore?». CHI SARÀ l' ALLENATORE? - Chi sarà questo allenatore, secondo il preside finto tonto? Bearzot, Lippi? Mamma mia che metafora difficile da cogliere. Ci volevano proprio i politologi per districare chi sia quello bravo e chi quello cattivo, tra colui che come la sindaca di San Lazzaro (coautrice della lista civica a sostegno di Bonaccini) ha «amministrato nel modo giusto» e chi ha basato la campagna elettorale «sugli insulti, sulla falsificazione, sui baci al Parmigiano-Reggiano o alle mucche». Che sia un' allusione? Escluderemmo. Santori mai tradirebbe le regole, i dispositivi legali, la legge morale della par condicio, almeno davanti a dei ragazzi. IL COMIZIO - Usciamo dallo scherzo. È chiaro come il sole che è stato un comizio anti-Salvini e anti-Bergonzoni per promuovere presso i liceali del Fermi, in odore di primo voto, Bonaccini, e in subordine, molto in subordine, lo sconosciuto grillino di cui non rammentiamo il nome, ma che è stato evocato dalla sardina rosa, Giulia Trappoloni quando ha spiegato che le Sardine «hanno molte correlazioni» con il Movimento 5 Stelle e con i Fridays for Future di Greta Thunberg. Del resto basta osservare la tipicità di questo gruppo spontaneo, che in realtà è molto spintaneo. La sua radice storica sta nell' associazione Ricotta, le cui manifestazioni sociali naturalmente «apolitiche e apartitiche» per statuto sono patrocinate e finanziate, sia pure con le briciole, dal Comune di Bologna e/o dalla Regione. Perfettamente legale. Perfettamente organici al sistema. Della Ricotta chi è presidente? Ma sì, lui, Mattia. E dove hanno proposto il meritorio incontro quelli della Ricotta il 2 dicembre scorso, quando la faccia di Santori era già più popolare di quella di Che Guevara o di Fedez? Ma certo: in parrocchia. E chi compare sul manifesto? Un bambino africano bisognoso? Madre Teresa di Calcutta? Ma no. Non tira più il faccino sofferente, lo dice il marketing. C' è il bel musetto di Mattia. Con la mise da eterno studente, un po' da indianuccio metropolitano, un po' da portaborse di Prodi, circondato dall' intendenza. Come se Salvini convocasse un raduno in parrocchia con la sua foto in quanto presidente di un Milan Club. di Renato Farina

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