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Lorenzo Fioramonti attacca il M5s: "Il dissenso non è ammesso: o esci o taci", bordata su Luigi Di Maio

Cristina Agostini
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Lorenzo Fioramonti, ora che ha dato le dimissioni da ministro dell'Istruzione e dal Movimento 5 stelle, si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Nei 5S il dissenso non è ammesso: o taci o esci. Ora torno ai temi dell'ambiente", dice in una intervista a La Repubblica. L'ex ministro, 42 anni, rimprovera il M5s per "l'impossibilità di un confronto critico" in quanto "non è ammesso il dissenso, non c'è ascolto" secondo la teoria ma anche la prassi secondo la quale "i panni sporchi si lavano in famiglia". Fioramonti sostiene di "essere sempre stato critico in modo esplicito" perché "a volte ci si dimentica cosa sono le Cinque stelle", ovvero "acqua pubblica, mobilità sostenibile, ambiente", cioè quell'economia del benessere a cui "ho dedicato tutta la mia vita di studi". L'ex ministro ricorda come ha conosciuto Luigi Di Maio ("alla presentazione di un mio libro, Presi per il Pil") e di come ha fatto strada nel Movimento ("lo accompagnai in un paio di missioni estere ad accreditarsi con banchieri, investitori stranieri. Alla Borsa di Londra"), di come "la segretaria di Di Maio" gli propose di fare il ministro della Infrastrutture "e risposi no per poi tornare alla carica, avevano bisogno di una persona competente all'Istruzione. Me lo chiesero come un favore, si era a poche ore dalla presentazione della squadra". Leggi anche: "I numeri per fermare i Cinque Stelle ci sarebbero ma...". Bongiorno, orgoglio-Lega: chi ha ceduto al ricatto grillino E sulla capacità del ministro degli Esteri di gestire una crisi così complessa, Fioramonti si esprime così: "Bisogna dargli tempo. Servono controllo e coraggio. La politica estera non è una dependance dell'economia. A volte i neofiti non hanno coraggio per paura di ciò che non conoscono. Non mi riferisco solo al problema linguistico. Di Maio ha intuito. Speriamo".

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