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Forza Italia e Nuovo Centrodestra: la guerra dei capigruppo

Silvio Berlusconi in Senato con Renato Schifani e Denis Verdini

Ignazio Stagno
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Dopo la scissione tra le colombe e Forza Italia, bisogna ricominciare da zero. Due partiti nuovi, altrettante poltrone di comando da distribuire e nuovi organigrammi per i due movimenti. Ma superate le beghe interne per i posti da coordinatori, e le cariche di partito, i veri nodi da sciogliere sono tra i gruppi parlamentari. Con la "morte politica" del Pdl bisogna trovare nuovi capigruppo per Forza Italia e Nuovo Centrodestra. In casa forzista la questione si è risolta subito alla Camera: Brunetta resta al suo posto e coordina tutte le mosse del partito in Aula. Qui Forza Italia -  Ma al Senato, dopo le dimissioni di Renato Schifani poche ore porima della vera scissione degli azzurri, a palazzo Madama si cerca un sostituto. Per i forzisti cominciano a girare alcuni nomi. In pole position, come racconta Dagospia.com c'è l'ex Guradsigilli e coordinatore in Campania per il Pdl, Francesco Nitto Palma. E' un uomo di fiducia del Cav. Ex magistrato e soprattutto abituato alle battaglie in Senato. E' stato in prima fila sul fronte decadenza e ha lottato e lotta per salvare il Cav dai fucili spianati del Pd a palazzo Madama. Gli altri nomi in seconda fila sono Paolo Romani, Anna Maria Bernini, Altero Matteoli ed Elisabetta Casellati. La scelta del nome dovrebbe arrivare a breve e di sicuro lascerà qualcuno scontento. I veri problemi sono però sulla sponda alfaniana. Il nuovo partito di Angelino appare già nel caos. Il nome "Nuovo centrodestra" è già in discussione e le colombe hanno presentato ben 6 nomi nel caso in cui si debba cambiare "etichetta". Qui Nuovo centrodestra -  E la bagarre regna sovrana anche sui nomi dei capigruppo. Alla presidenza del gruppo Ncd al Senato potrebbe arrivare Laura Bianconi a cui è stato affidato momentaneamente il coordinamento. In seconda fila per la poltrona di palazzo Madama c'è Maurizio Sacconi, poi Andrea Augello e l'abruzzese Federica Chiavaroli. Ma a mancare all'appello è un nome che pesa: Renato Schifani. Lui da fedelissimo del Cav è passato sulla sponda di Angelino. Già presidente del Senato durante l'ultima legislatura e capogruppo Pdl da sei mesi, adesso pare che sia fuori dai giochi. Secondo alcune indiscrezioni raccontate da Dagospia.com, Schifani non sarebbe gradito nemmeno alle colombe, nonostante i suoi endorsement per Alfano. Intervistato dal Corriere ha affermato: "Purtroppo temo che tra poco il presidente Berlusconi, ingiustamente e comunque temporaneamente, non sia più candidabile. Ed è ovvio che si inizi a porre il tema della successione istituzionale". Insomma Schifani lancia Alfano, ma Angelino non "lancia" Renato...  

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