Mes, si tratta nella notte al Senato i ribelli 5S con Paragone minacciano lo strappo. Conte in Parlamento
Sul Mes il governo rischia ancora di non trovare la quadra. Lo scrive Repubblica in edicola mercoledì 11 dicembre. Per il Partito democratico, per Leu, per Italia Viva, era già tutto chiuso: la risoluzione di maggioranza sul fondo salva-Stati era stata preparata dal ministro per gli Affari europei, il dem Enzo Amendola, e dalla sottosegretaria M5S Laura Agea, con il contributo di tutti i partiti. Ma quel testo è stato poi sconfessato dal Movimento 5 stelle. Che ha i gruppi di Camera e Senato in fiamme. E chiede di più. Chiede, soprattutto, che - nel testo da votare dopo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrà fatto la sua informativa al Parlamento sul prossimo Consiglio europeo - sia inserito un riferimento esplicito alla necessità che le Camere si esprimano ancora prima della firma del trattato che modifica il meccanismo cui possono accedere gli Stati europei in difficoltà finanziarie. Per approfondire leggi anche: Mes, Paragone scoperchia lo scandalo Mentre Luigi di Maio, scrivono Annalisa Cuzzocrea e Tommaso Ciriaco, considerava tutto risolto, il senatore M5S Gianluigi Paragone minacciava: "Potremmo presentare una nostra risoluzione. Dipende solo da una cosa: da quello che c'è dentro il testo di maggioranza. Ci hanno detto che hanno neutralizzato il Mes, ma non ce lo fanno leggere. Se non è vero, allora procediamo con un testo nostro da mettere ai voti". Paragone si sente con altri senatori dissidenti: con lui c' è sicuramente Stefano Lucidi, in forse Elio Lannutti, Ugo Grassi, Michele Giarrusso. Il progetto di Paragone è chiaro: mettere in difficoltà i giallo-rossi, addirittura minare il governo dalle stesse posizioni di Matteo Salvini e del resto di centrodestra, ma farlo mantenendosi inattaccabili. La risoluzione potrebbe infatti ricalcare il programma elettorale M5S, che faceva riferimento a una "liquidazione" del fondo salva- Stati.