La suggestione di Salvini e Di Maio e la tentazione del fronte anti-urne. Il timore di un nuovo asse tra i due
La liason tra Luigi di Maio e Matteo Salvini non deve essere del tutto finita, secondo il Giornale in edicola martedì 10 dicembre. Non che sia uno scenario probabile, ma in molti in Parlamento hanno iniziato ad osservare con una certa curiosità lo strano equilibrio che si è andato creando nelle ultime settimane tra i due ex alleati di governo. Non solo convergenze, come avvenuto sul Mes, ma pure una certa cordialità. Così, in una politica che è ormai fluida oltre il limite dell'umana comprensione, ci sta che nel Pd - e pure in Forza Italia - qualcuno inizi a temere ci sia qualcosa sotto. Il dubbio lo ha esplicitato qualche giorno fa la Velina rossa, storica nota politica quotidiana di Pasquale Laurito, decano dei giornalisti parlamentari. Che, magari anche un po' come provocazione, non "esclude a priori" un ritorno di fiamma tra Di Maio e Salvini. Per approfondire leggi anche: Bruno Vespa, il retroscena: contatti tra Renzi, Di Maio e Salvini Ed è per questo che qualcuno a largo del Nazareno teme che i due potrebbero tornare a strizzarsi l'occhio se davvero si arrivasse ad una crisi di governo. Il tema della tenuta dell'esecutivo, è cosa nota, è all'ordine del giorno nel Pd dove ci si confronta sull'opportunità di andare avanti in un percorso che fino ad oggi è stato disastroso. Se davvero a gennaio i dem arrivassero alla conclusione che è meglio chiamarsi fuori, però, un improvviso asse M5s-Lega stopperebbe ogni ipotesi di voto anticipato. Certo, sarebbe complesso per Salvini spiegare una scelta simile e probabilmente non sarebbe neanche suo interesse posticipare un voto che stando ai sondaggi attuali lo vedrebbe nettamente vittorioso. Però tra i parlamentari del centrodestra c'è chi sostiene che il leader della Lega mal sopporti la crescita di consensi di Giorgia Meloni che - se confermata nelle urne - potrebbe diventare un alleato ingombrante.