Sardine, Pietro Senaldi: così il bacio di Mario Monti può uccidere il movimento
Allarme squali. I pescecani hanno cominciato la loro danza di morte intorno alle sardine. Il leader delle piazze anti-Salvini, Mattia Santori, ha ricevuto in poche ore tre aperture di credito in grado di stroncare la carriera di uno statista affermato, figurarsi di un esordiente con la parlantina. Il senatore a vita Mario Monti ha dichiarato di guardare ai pesci bolognesi «con molto interesse, perché danno gambe e voce all' esigenza elementare che chi governa non sia totalmente incompetente». Leggi anche: Pietro Senaldi su Barbara Lezzi: odia il Nord, come vuole fargliela pagare Poco prima, la compagna d' austerità del professore, nostra signora dei pensionati e degli esodati, Elsa Fornero, aveva con la consueta modestia sentenziato che «le sardine sono intelligenti perché non mi criticano e rifiutano la negazione della complessità della politica», facendosi affettare con il sorriso il futuro assegno previdenziale. Il doppio endorsement ha fatto seguito alla benedizione di Romano Prodi, il grande nume tutelare dell' Emilia, il quale ha elogiato la pacatezza dei ragazzi, «prova che la durezza del dibattito ha iniziato a stancare». Sono passate tre settimane, anziché i classici tre giorni, e già il pesce puzza di marcio. Non a caso al raduno ittico di Milano, domenica scorsa, si è precipitato Roberto Saviano, prezzemolino delle scampagnate anti-Lega, non proprio un volto nuovo nel panorama sinistro. «La nostra piazza è aperta» ha sempre detto Santori, «eccezion fatta per Salvini e chi avvelena il clima nel Paese». IN CERCA DI PUBBLICITÀ Premesso che una manifestazione contro qualcuno è, per definizione, chiusa, e pertanto il giovane leader agisce in contraddizione rispetto a quel che propaganda, da liberali riteniamo che sia legittimo fare selezione all' ingresso. Però bisognerebbe approfittarne per lasciare fuori anche i brontosauri che fanno perdere novità e freschezza al movimento. Se poi si teorizzano i toni calmi e civili, andrebbero scansati anche l' autore di Gomorra e le sue intemperanze. Il salto nella scatola delle sardine da parte di personaggi in cerca di pubblicità e consensi era da mettere in conto. Lo ha fatto Calenda, sostenendo che «la piazza di Bologna va onorata» e annunciando un secondo dopo la nascita del suo partito, ma lo hanno fatto pure Zingaretti, che ha parlato di «boccata d' ossigeno» e Bersani, rallegrandosi per «la sveglia» data ai compagni. Siamo tutti mezze sardine, è lo slogan che va forte a sinistra per sembrare nuovi anche se si è vecchi arnesi. L' unico che non si è unito al coro è Renzi, che infatti di sinistra non è, il quale ha detto di preferire il salmone, perché sono tempi in cui bisogna nuotare controcorrente. La critica del Rottamatore è velenosa ma ha colto nel segno. Finché Santori e i suoi amici resteranno un cartello di protesta, un contenitore politico vuoto, chiunque potrà metterci la propria faccia, colpendo il movimento come le banderillas che si conficcano nel collo del toro e finendo per ammazzarlo con il conformismo benpensante e le parole d' ordine dell' establishment. I ragazzi di Bologna hanno avuto successo perché dicono di non volersi candidare, il che dà loro una patina di purezza, e non promettono di fare nulla, oltre che opera di testimonianza, il che tranquillizza. Sono lo specchio di un elettorato deluso: rancore verso l' avversario più in forma, vago senso residuo d' identità, nessuna ricetta, ancor meno programmi, e zero promesse di essere utili per il Paese, così non si corre il rischio di deludere. Almeno bisogna riconoscergli il pregio della modestia e del senso dei propri limiti, confessati dal riccioluto Mattia quando, interrogato su cosa ne pensasse del fondo Salva-Stati, ha risposto che gli studi di economia gli hanno insegnato a delegare a chi è più competente. Confortante, se si pensa ai danni prodotti dalle piazze grilline. Se però le sardine non si decideranno a darsi un progetto e a cercare di rappresentarlo, il bacio di Monti, di Zingaretti o dei competenti di turno le marinerà. IL CARROCCIO GODE Finora Santori e i suoi amici sono solo pesci dell' allevamento rosso dell' Emilia-Romagna che, dopo una libera nuotatina in acque amiche, rientreranno nella tana. Lo confermano i sondaggi, secondo i quali il movimento ha un' area di consenso intorno al 15% e, se presentasse una propria lista, potrebbe ambire al 6-7%, tutto però pescato tra elettori di M5S, Pd ed estrema sinistra. Malgrado le ambizioni, le sardine non danneggiano Salvini, che è stabile sul 33-34%, e contribuiscono a incasinare la loro area di provenienza dove, da che hanno messo fuori la testa, perdono tutti un punto, dal Pd a M5S a Italia Viva. È anche possibile che, nati per difendere il fortino dal centrodestra invasore, alla fine i ragazzi bolognesi facciano un favore al nemico. Il governatore uscente dell' Emilia-Romagna, Bonaccini, aveva impostato la campagna elettorale puntando sulla sua capacità amministrativa e sulla conoscenza del territorio, sottraendosi allo scontro politico. Le piazze di sardine hanno riportato la battaglia a livelli di disfida medievale tra guelfi e ghibellini per il controllo della rocca. Ed è proprio la presa del fortino dopo 70 anni di feudalesimo l' arma sulla quale Salvini aveva deciso di puntare fin da subito. di Pietro Senaldi