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Cancellieri, e l'asse Napolitano-Letta

Il presidente della Repubblica e il Guardasigilli

Lucia Esposito
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Un intervento ufficiale. Una presa di posizione che apre moltissimi dubbi sull'imparzialità del presidente della Repubblica. Accade questo: la procura di Torino decide di non indagare il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri per le sue telefonate con la famiglia Ligresti e il Colle approva. Napolitano infatti ha fatto conoscere la sua posizione sulla scelta dei giudici torinesi. I: "Apprezzo il rigore e la chiarezza della Procura di Torino". Parole chiarissime che blindano un ministro che non ha alcuna intenzione di lasciare la poltrona anzi la Cancellieri ha detto: "Se cado io cade il governo perché il Pd farebbe un atto contro Napolitano e contro Letta". L'incauta esternazione del Presidente Napolitano arriva alla vigilia del voto parlamentare di sfiducia e di una decisiva riunione del Pd proprio sul caso della ministra. Inoltre non dimentichiamo che  le "carte che scottano" adesso sono in mano alla Procura di Roma che dovrà decidere come gestire la "patata bollente" arrivata dai colleghi torinesi. Essendo il capo dello Stato anche il capo del Csm i dubbi sull'opportunità dell'esternazione crescono ulteriormente.  La riunione del Pd Questa sera, martedì 19 novembre, c'è la riunione del Pd sul caso Cancellieri. Il partito si trova costretto a difendere un ministro (peraltro non suo) per tenere in piedi Letta. Ma i renziani vorrebbero votare le dimissioni ma allo stesso tempo colpire il Guardasigilli vuol dire colpire Letta. Sulla riunione di questa sera, si aggira lo spettro dei 101 franchi tiratori anti-prodiani. A questo si sta lavorando nei contatti tra dem e governo, sotto   lo sguardo del presidente Giorgio Napolitano. Per adesso, però, una   via d'uscita non si intravede. Anzi, è il momento dell'irrigidimento delle posizioni.  Pippo Civati conferma la mozione di sfiducia. Il fronte renziano  la volontà di andare fino in fondo nella richiesta di un passo indietro del Guardasigilli. Mentre Gianni Cuperlo, da parte sua,  chiede che "si decida insieme". No conte interne, né decisioni a   maggioranza, insomma. Al momento, il Pd è nell'impasse. E c'è il   rischio che senza un raccordo tra dem e governo, la faccenda finisca  con una rottura: o tra il gruppo e Letta-Napolitano o tra il governo e il probabile futuro segretario, Matteo Renzi. Il ruolo di Epifani -    "Serve un arbitro", è il ragionamento che si fa a palazz  Chigi. E l'unico che potrebbe esercitare questo ruolo è Guglielmo  Epifani. Tuttavia il segretario, si fa sapere, non sarebbe affatto  intenzionato a prendersi questa croce. E' in scadenza di mandato e,  con i suoi, non nasconde l'irritazione per il fatto che il caso   Cancellieri sia stato usato in chiave congressuale dai candidati alla  segreteria. "Se la Cancellieri non farà un passo indietro, la   soluzione auspicabile - dicono fonti del governo- sarebbe che Epifani  chieda un gesto di responsabilità al gruppo. Dica che, per adesso,  non ci sono novità. Se poi queste novità arriveranno, allora, sarà   il Pd a presentare una mozione di sfiducia".  Il discorso  - Intanto il responsabile di via Arenula sta preparando il suo discorso in Aula, basato su ciò che ha fatto al ministero e su ciò che intende portare avanti, a partire dalla riforma carceraria. Nel discorso al momento non compare affatto la parola dimissioni. L'intenzione di Annamaria Cancellieri sarebbe quella di aspettare fino all'ultimo, di capire come si comporterà il Pd e quale sarà il contenuto delle mozioni di sfiducia che verranno presentate in Parlamento.   Intanto il ministro ha messo nero su bianco già le risposte destinate ai 5 stelle. "Sono serena e tranquilla", continua a dire ai suoi il ministro anche se - viene ribadito più volte - qualora si dovesse concretizzare l'accerchiamento nei suoi confronti potrebbe fare un passo indietro. Magari proprio mercoledì in Aula

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