Elisabetta Trenta lascia la casa delle polemiche: "Io, cittadina comune". Perché sta mentendo
Sulla casa da 200 metri quadri sventola bandiera bianca. Si arrende, Elisabetta Trenta, e annuncia la resa in un'intervista a 24 Mattino su Radio 24: "Mio marito, pur essendo tutto regolare e sentendosi in imbarazzo, per salvaguardare la famiglia ha presentato istanza di rinuncia all'alloggio". Insomma, l'ex ministra grillina che per la casa è stata scaricata anche dai grillini, vende la sua decisione come una sorta di "piccolo atto eroico". E ancora, aggiunge: "Lasceremo l'appartamento nel tempo che ci sarà dato per fare un trasloco e mettere a posto la mia vita da un'altra parte. Sono una cittadina come gli altri, chiedo e pretendo rispetto", ha concluso. Leggi anche: Elisabetta Trenta, sulla casa indaga la procura militare Peccato però che la Trenta non sia una cittadina come tutte le altre: è un ex ministro e godeva di una casa in zona San Giovanni di, come detto, circa 200 metri quadri. Ma soprattutto ne godeva a un canone ridicolo, 520 euro al mese. Il prezzo che pagano gli universitari per una stanza condivisa. Si pensi che, come sottolinea Il Tempo, per un appartamento di 35 metri quadri nella stessa zona di Roma, il canone d'affitto medio è di 800 euro. Altro che "cittadina come tutte le altre". E le parole di oggi della Trenta fanno il paio con quelle della vigilia, in cui aveva spiegato che avrebbe tenuto l'appartamento perché, dopo essere stata ministro, ha una vita di relazioni e dunque le serve un'abitazione sontuosa. Parole che hanno sollevato un polverone, tanto da aver peggiorato la situazione dell'ex ministro che grillina, che forse non a caso il giorno successivo ha optato per il passo indietro.