Elisabetta Trenta, il retroscena: una clamorosa bocciatura ai Servizi segreti. E Di Maio l'ha fatta ministra
Elisabetta Trenta, grillina ex ministro della difesa, poco prima dell'investitura al governo, non avrebbe superato il concorso dei servizi segreti. È quanto emerge dai documenti dall'Aise (il servizio d'intelligence estero, ex Sismi), vagliati dal quotidiano Il Giornale. La Trenta, dopo aver superato con successo le prime prove, è stata bocciata all'ultima curva. Fatale fu il test psico-attitudinale: "l'ostacolo più banale", scrive Il Giornale. L'ex ministro grillino, che, grazie al marito ufficiale dell'esercito, conosce personalmente Giovanni Caravelli (attuale vicedirettore dell'Aise), avrebbe svolto il concorso qualche mese prima della formazione del governo Conte I. In particolare nei mesi in cui stava scadendo il mandato di Alberto Manenti come capo degli 007 esteri. Per approfondire leggi anche: Elisabetta Trenta, lo sfogo dopo essere stata silurata: "Non me lo meritavo. Ho lottato contro Matteo Salvini" A seguito della bocciatura, alla Trenta fu offerta un'assunzione ad "articolo 7", un contratto a tempo per dedicarsi a progetti specifici alle dipendenze del capo dell'agenzia (che allora era appunto Manenti). Tuttavia i contratti ad "articolo 7" scadono automaticamente quando viene cambiato il direttore Aise, dunque, mancando pochi mesi alla scadenza del mandato di Manenti, la Trenta non accettò. Qualche mese dopo, però, arriva la chiamata da Palazzo Chigi. Un paradosso made in Italy: scartata dai servizi segreti al colloquio più semplice, viene nominata come massima istituzione politica in ambito militare. Naturalmente, da ministro della difesa, la Trenta ha rafforzato i legami con i vertici dell'esercito e dei servizi segreti. Chissà se riproverà ad arruolarsi negli 007, soprattutto dopo il siluramento ad opera del nuovo governo, che alla difesa le ha preferito il Pd Lorenzo Guerini.