Sondaggio di Pagnoncelli: "Per il 32 per cento l'Ilva deve essere nazionalizzata". Il sì da Lega e 5 Stelle
Sono diverse le ipotesi sul tavolo di Giuseppe Conte per rendere meno tragica l'uscita di ArcelorMittal dall'ex Ilva. Eppure la tesi più accredita, forse perché l'unica in grado di salvare i 20mila dipendenti altrimenti senza lavoro, è la temporanea nazionalizzazione. Un'idea, questa, che unisce ancora una volta Lega e Cinque Stelle. Da quanto sondato da Nando Pagnoncelli per il Corriere è il 34 per cento ad essere contrario, mentre il 32 si esprime a favore. Fin qui nulla di strano se non fosse che a sostenere la mossa sono gli ex alleati, caduti proprio su un caso simile, quello della Tav. Diversa opinione invece tra gli elettori del Pd, di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, dove prevale il "no" alla statalizzazione. Leggi anche: Sondaggio Masia sull'Emilia: "I fattori segreti", i numeri in mano a Salvini Il sito di Taranto per il sondaggista preoccupa molto l'opinione pubblica: "Sulle motivazioni del recesso un italiano su tre (32 per cento) non è in grado di esprimersi, il 45 per cento è convinto che l'abolizione dello scudo penale sia un pretesto per rinunciare a un investimento che non ritiene più redditizio stante il calo di produzione, mentre il 23 per cento ritiene che ArcelorMittal abbia ragione ad andarsene perché non è possibile investire in un Paese in cui le norme cambiano improvvisamente (e ripetutamente)". Altrettanto divisi i pareri sull'operato del governo, anche se a prevalere - con un 34 contro un 30 per cento - sono i delusi. Non è un caso che il Conte bis stia proprio ora facendo i conti con la fragile tenuta.