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Sondaggio Masia sull'Emilia Romagna, i "fattori segreti": i numeri in mano a Salvini e Borgonzoni

Giulio Bucchi
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Piazze piene, urne vuote. La speranza di Matteo Salvini, dopo la manifestazione delle "sardine" di sinistra in piazza Maggiore a Bologna (iniziativa che si sposterà di volta in volta con i comizi della Lega) deve comunque fare i conti con i sondaggi per le elezioni regionali in Emilia Romagna, il prossimo 26 gennaio. Una partita, nota il Corriere della Sera, "ancora da decifrare": da una parte il cambiamento proposto da Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra, dall'altro la continuità del governatore uscente Stefano Bonaccini, del Pd.   Leggi anche: "La battaglia di Stalingrado". Maroni da Formigli, la bomba-regionali in Emilia "Secondo un sondaggio Emg Acqua, ben il 67% dà un giudizio positivo sul presidente, e anche il 58% degli elettori di centrodestra è della stessa opinione", spiega il Corsera, secondo cui "Bonaccini stacca la Borgonzoni per preparazione e competenza, 53% contro 24%". A pesare però sono anche altri fattori, a giudicare dalle intenzioni di voto: Bonaccini è al 45,5%, la Borgonzoni al 44%, praticamente alla pari a due mesi abbondanti dal voto. La previsione di vittoria invece al momento premia ancora il centrosinistra (43,7% contro 37%). Il sondaggio di Antonio Noto però mette in rilievo un altro dato nazionale, adattabile alla realtà emiliana: nelle città sopra i 60mila abitanti prevale l'area di governo, in quelle piccole il centrodestra. 

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