Luigi Di Maio, maxi-stipendi agli otto amici con lui alla Farnesina: una vergogna svelata
Chi trova un amico trova un tesoro. Lo sanno bene i fedelissimi di Luigi Di Maio che con lui al governo hanno avuto solo da guadagnarci. Il trasloco dal Ministero dello Sviluppo economico alla Farnesina non ha fatto perdere al capo politico del Movimento 5 Stelle le buone abitudini. Secondo un'inchiesta condotta dal Giornale Di Maio ha un'occhio di riguardo per i compagni, soprattutto quelli provenienti da Pomigliano d'Arco (guarda caso Luigino è cresciuto proprio lì). E così il leader ha ben pensato di piazzare, in poltrone parecchio ambite, gli amici. "Personale estraneo alla Pa con contratto a tempo determinato", questa l'etichettatura. Si tratta di otto persone equiparate a dirigenti e funzionari, fatti assumere agli Esteri a partire dal 6 settembre scorso con scadenza fissata al "termine del mandato governativo". Leggi anche: Barbara Lezzi, l'assurda ricetta per salvare l'Ilva Ma l'ex bibitaro non ha garantito ai compagni solo il lavoro, ma anche un ingente stipendio. "All'ufficio del personale sono inorriditi, dicono di non avere mai visto prima degli stipendi così alti, forse l'ultimo che aveva fatto qualcosa del genere era stato De Michelis ma erano altri tempi e comunque non queste cifre" spifferano tra i palazzi. Come dar loro torto. In cima ai compensi - svela il quotidiano di Sallusti - c'è Augusto Rubei, inquadrato come "Consigliere del ministro per gli aspetti legati alla comunicazione, relazioni con i media e soggetti istituzionali". La modica cifra? 140mila euro. Poi spuntano altri quattro della cerchia di Di Maio. Parliamo di Pietro Dettori, Sara Mangieri, Daniele Caporale e Alessio Festa. Il primo, legato alla Casaleggio Associati, è stato assunto al ministero degli Esteri in qualità di "Consigliere del ministro per la cura delle relazioni con le forze politiche inerenti le attività istituzionali". Per il suo fondamentale apporto alla politica estera italiana Dettori si porta a casa 120mila euro l'anno. Poi è il turno della Mangieri, nonché "Consigliere per i rapporti con la stampa" che guadagna 90mila euro l'anno. Ha fatto il suo trionfale e pesante (per il portafoglio) ingresso a Palazzo Chigi anche Caporale, ora "Consigliere del ministro per le comunicazioni digitali". A lui Luigino ha riserbato 80mila euro l'anno. Infine, tralasciando gli stipendi dei tre compagni di merende ancora allo Sviluppo economico, è il turno di Festa. Il "Consigliere per le relazioni istituzionali" che arraffa solo 11.580 euro. Sembra proprio che Di Maio, quando ha "elargito" il reddito di cittadinanza, non l'abbia proprio pensato per i suoi amici.