Giuliano Urbani contro Silvio Berlusconi: "Dell'Utri e televisioni, Forza Italia è finita"
Giuliano Urbani, uno dei fondatori di Forza Italia e da tempo ritiratosi dalla politica, in una intervista a Repubblica in edicola il 13 novembre descrive l'atteggiamento di Silvio Berlusconi in merito al suo non nel voler testimoniare a favore del suo vecchio amico, Marcello Dell'Utri condannato per mafia. "L'immagine di Berlusconi che rinuncia alle telecamere e alla difesa di un amico rappresenta plasticamente la fine di un'epoca. Silvio voleva che Fi nascesse e morisse con lui: è quello che sta accadendo", sibila il professore 82enne con il tono del pioniere deluso e distaccato. Per approfondire leggi anche: Francesca Pascale, spot e messaggio toccante Urbani si dice sorprese del rifiuto di testmoniare a favore di Dell'Utri: "Immagino siano stati gli avvocati a spingerlo verso questa decisione. Ma certo è una cosa che colpisce. Mai una volta, nella mia vita, ho sentito Silvio usare parole meno che lusinghiere nei confronti di Dell'Utri. E, visto che conosco bene anche Marcello, posso immaginare il suo dispiacere. Sa di essere stato una vittima sacrificale: non avrebbe incontrato le difficoltà giudiziarie sofferte se non fosse stato vicino al vero bersaglio, Berlusconi. E ora si vede abbandonato: capisce le ragioni ma non può che essere addolorato". Sulla processo sulla trattativa Stato-Mafia l'ex ministro ha le idee chiare:"Io non ho mai saputo di un ruolo della mafia nella nascita di Forza Italia e nel primo governo Berlusconi. La nostra era un'organizzazione che aveva in sé degli anticorpi, era quasi anarchica, tecnicamente impossibile un controllo dall'esterno». E per quanto riguarda i rapporti fra Berlusconi e la mafia posso dirle solo questo: il presidente aveva subito attentati ai magazzini Standa e presumibilmente chiese a Dell'Utri, in quanto siciliano, di capire cosa chiedessero gli autori delle intimidazioni: regali, assunzioni. Mangano? Fu ingaggiato da Berlusconi per fare un favore a qualcuno, non per siglare un trattato di pace con la mafia".