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Ilva, Graziano Delrio, l'accelerazione che porterà alla crisi di governo tra Pd e M5s

Giulio Bucchi
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Se non può farlo il governo, ci penserà Graziano Delrio. L'ex ministro Pd, in accordo con Nicola Zingaretti, è intenzionato a forzare la mano sull'Ilva e piegare le resistenze di Luigi Di Maio e M5s, presentando alla Camera un emendamento per reintrodurre lo scudo penale e cercare così di convincere Arcelor Mittal a restare a Taranto, o perlomeno togliere qualsiasi alibi alla multinazionale.  Leggi anche: Retroscena dal Colle, Mattarella brutale con Conte: "O risolvete il caso Ilva, o..." "Gli errori di Ilva non possono essere fatti pagare ai lavoratori - ha spiegato in Aula Delrio -. Chi vuole farlo, troverà un intero Paese schierato contro, e un governo disposto a compiere un'azione legale profonda ed efficace per impedire che questo diventi un precedente. Né Whirlpool né l'Ilva né ArcelorMittal possono andare in un'altra direzione". L'iniziativa potrebbe essere una granata buttata nel campo della maggioranza, dal momento che al momento tra i grillini non c'è alcun accordo, anche a fronte di uno scudo penale "morbido" come l'ipotesi avanzata dal ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, del M5s, per trovare una mediazione tra i suoi. "Il rischio di inammissibilità per un emendamento così c'è - ammette Delrio -. Ma il problema è politico". Il rischio è che se si arrivasse al voto la maggioranza collasserebbe, di fronte a un'intesa trasversale con Pd, Italia Viva e Lega da un lato e 5 Stelle dall'altro. Una spaccatura che aprirebbe inesorabilmente la strada verso la crisi, come accaduto in estate sulla Tav. 

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