Vespa svela come Conte salvò il posto di premier. Così Di Maio ha ingannato Salvini
Bruno Vespa nel suo ultimo libro, Perché l'Italia diventò fascista, racconta i giorni convulsi seguiti alla caduta del primo governo Conte. Dopo il blitz di Renzi, Salvini provò a ricucire l'alleanza con i 5 stelle. Intorno a Ferragosto accadde di tutto. Renzi, che all'inizio immaginava un governo senza Conte, lasciò cadere il veto. La Lega cominciò a temere la nascita di un governo giallorosso e rilanciò clamorosamente promettendo il taglio dei parlamentari. Per approfondire leggi anche: Bruno Vespa: "il secondo governo Conte nato da un equivoco" «Quando scoppiarono le polemiche sul si vota o non si vota» mi racconta il segretario della Lega, scrive Vespa, «gli dissi apertamente: nell'interesse del paese, se cambiate i ministri e rivediamo il contratto di governo, tu puoi fare il premier. Se accetti, lo dico ai miei, che non ho ancora sentito» E lui? «"Ci dormo su e ti dico". Non feci pressioni. Scelsero un'altra strada, che non gli porterà fortuna». Diversa la versione di Di Maio: «Non abbiamo mai parlato di ministri e di programmi. Mi ha fatto soltanto la proposta secca di fare il premier. Ma era tardi».