Forza Italia, la mappa del potere: i nomi e gli incarichi
Rinasce Forza Italia, una decisione nell'aria da mesi e già presa da tempo. Prima della svolta definitiva di Silvio Berlusconi, uno dei nodi della contesa tra falchi e colombe del defunto Pdl, era quello sugli organigrammi del nuovo partito. Il problema era come ridistribuire il potere in base alla nuove correnti, che si erano scornate in particolare sul doppio coordinatore: uno in nome dei filogovernativi, uno in nome dei lealisti. Le carte in tavola - Ora che lo strappo è compiuto, con la scissione del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, le carte in tavola sono cambiate: i ruoli non devono più essere spartiti tra due fazioni, ma solo tra chi è rimasto col Cavaliere. Si ricomincia, dunque. Tutte le caselle devono essere riempite. Leader indiscusso e indiscutibile, questo è ovvio, è Berlusconi. Il Cav, da par suo, ha promesso ai suoi che martedì rientrerà a Roma per lavorare all'organizzazione dei club Forza Italia ma, soprattutto, per decidere gli assetti gerarchici del nuovo partito. Fitto in pressing - Nel frattempo cominciano già a filtrare le prime indiscrezioni. Chi è rimasto fedele a Silvio, ora, vuole passare all'incasso. E così, secondo quanto riportato da Repubblica, per il ruolo di vicepresidente c'è in pole Raffaele Fitto, il leader lealista che ha spinto per la rottura e che, ora, vuole il posto che sarebbe stato riservato ad Alfano se la spaccatura non si fosse compiuta. Nella stanza dei bottoni ci resterebbe anche Denis Verdini, l'uomo dei numeri e delle conte, lo stratega, al quale resterebbe il ruolo di coordinatore nazionale e "dominus" delle liste. Capigruppo e coordinatori - Al Senato, dopo il forfait di Renato Schifani, c'è da decidere sulla carica di capogruppo, per la quale in pole position ci sarebbero Annamaria Bernini e Paolo Romani. Secondo altre indiscrezioni, ai vertici del nuovo partito - anche se non si è deciso con quale ruolo - dovrebbe esserci anche Mara Carfagna, che negli ultimi mesi, senza indugi, si è sempre schierata con il Cavaliere. Sullo sfondo il nome di Daniela Santanchè, l'ambiziosa pitonessa, stimata da Silvio ma osteggiata da grosse fette del partito: tra i coordinatori, oltre a Sandro Bondi, potrebbe spuntare anche lei. Il timore dei forzisti, però, è che Daniela abbia troppo potere nel compilare le liste elettorali: la sua partita, dunque - considerati gli ostacoli interni - non è delle più semplici. Vecchi e giovani - Infine la vecchia nomenklatura di Forza Italia, che pur defilata avrà una forte ascendenza sul nuovo partito: si parla di Claudo Scajola, Marcello Dell'Utri e Aldo Brancher, non a caso in prima fila al Consiglio nazionale di Sabato. E a far da controcanto ai "grandi vecchi", ecco le nuove leve: nell'organigramma della Forza Italia 2.0 ci sarà posto anche per loro. Ma anche qui è già scontro: si fronteggiano i "falchetti" della Santanchè e i ragazzi della Giovane Italia di Annagrazia Calabria. A gestire il tesoretto sempre lui, il tesoriere del Pdl, il berlusconiano di ferro Maurizio Bianconi.