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Cancellieri rischia di essere indagata

Annamaria Cancellieri

Andrea Tempestini
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Guai a non finire per Annamaria Cancellieri. Ora il ministro rischia di finire nel registro degli indagati. A cambiare le carte in tavola l'ultima telefonata venuta alla luce, quindici minuti passati al telefono con Antonino Ligresti il 21 agosto. Questa telefonata potrebbe spingere la Guardasigilli nel registro degli indagati. Il motivo? Quando venne ascoltata dal pm Vittorio Nessi, il 22 agosto scorso, la Cancellieri non fece menzione di questa telefonata. La decisione sulla sorte del ministro, che però resta incollato alla poltrona e non vuole dimettersi, è attesa - forse - già per domani, lunedì 18 novembre. Il reato ipotizzato è quello di false informazioni al pubblico ministero. La strada, per la procura torinese, sarebbe quasi obbligata dopo l'informativa arrivata dalla Guardia di Finanza il 6 novembre sui contatti telefonici tra la Cancellieri e la famiglia Ligresti. Infine, a rendere sempre più delicata e indifendibile la posizione del ministro, il fatto che spiegò a verbale che il 19 agosto, quando sentii Antonino Ligresti, fu lei a ricevere la telefonata. Una circostanza smentita dai tabulati: a chiamare Ligresti fu il ministro, e non viceversa. Ma queste circostanze hanno inasprito il rapporto tra il ministero della Giustizia e la procura di Torino. Su La Stampa di oggi, domenica 17 novembre, fonti di via Arenula attaccano la procura torinese. Secondo il ministero della Giustizia durante le indagini c'è stata "la violazione della competenza del tribunale dei ministri". Un interrogatorio svolto "come persona informata dei fatti e non come indagata", dunque senza la presenza di un legale e una "violazione dell'autorizzazione del Parlamento per l'uso delle intercettazioni". La furia delle toghe - Ma alle accuse da parte del ministero risponde il procuratore generale presso la Corte di appello di Torino, Marcello Maddalena, ha risposto con un duro intervento pubblicato sul sito del quotidiano torinese: "Alcune asserzioni, riportate nell'articolo, se realmente e da chiunque formulate, appaiono francamente incredibili e stupefacenti anche sotto il profilo della conoscenza della normativa processuale penale", scrive l'alto magistrato. Che continua: "Leggo oggi, con somma sorpresa, sul quotidiano, l'articolo in cui si parla di pretese accuse nei confronti della Procura della Repubblica di Torino che verrebbero mosse dagli stessi uffici del Ministro Anna Maria Cancellieri. Da parte mia, posso tranquillamente affermare che l'intera vicenda è stata trattata dai magistrati torinesi con il massimo scrupolo e la più puntigliosa osservanza di tutta la normativa vigente in materia, oltre che con il massimo rispetto sia delle prerogative funzionali sia della dignità di tutte le persone coinvolte nella vicenda". Di quali accuse si tratta? "la scelta di ascoltare il ministro di Giustizia come persona informata dei fatti ha prodotto ab origine una catena di violazioni di regole processuali di indiscutibile gravità - spiegavano a La Stampa gli uffici di via Arenula - L'aggiramento di norme fondamentali di garanzia appare ancora più grave in relazione alle prerogative che la legge attribuisce ai ministri della Repubblica". 

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