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Beppe Grillo, tutti i grandi vecchi contro di lui: da Antonino Zichichi a Lino Banfi

Davide Locano
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«I vecchi subiscon le ingiurie degli anni/ non sanno distinguere il vero dai sogni/ i vecchi non sanno, nel loro pensiero/distinguer nei sogni il falso dal vero», cantava Francesco Guccini ne Il vecchio e il bambino, che oggi potrebbe essere un dialogo metaforico, a suon di ceffoni e voti dilapidati, tra Grillo e Di Maio. Nella nuova risacca della polemica sul fondatore M5S che inneggia al «togliere il voto agli anziani», ecco tre nuovi fieri araldi della propria vecchiezza; i quali araldi - sapendo distinguere perfettamente il falso dal vero e le puttanate dalle provocazioni - attaccano Grillo a testa bassa. Lo scienziato Antonino Zichichi, uno che era vecchio anche da giovane, afferma a Un giorno da pecora su Radio1: «La proposta di Beppe Grillo sul togliere il voto agli anziani è completamente folle» (e Zichichi non s' incazza mai, neanche se scivola in un buco nero). Lino Banfi, sul Messaggero, reagisce agitando lo stendardo di Nonno Libero e propone la fondazione di un partito «Nolink. Nonni liberi incazzati, siamo 14 milioni in Italia. Vuoi vedere quanti voti gli porto via?». Giampiero Mughini, conscio dell' assunto ciceroniano pro-senescenza che «la civetta di Minerva vola sempre al crepuscolo», si produce nell' esegesi delle fonti del pensiero grillesco: «È una puttanata (appunto, ndr). Le generazioni, ovviamente, ci sono tutte nella topografia di un Paese civile: non sono migliori né i ventenni né i settantenni». Leggi anche: Mauro Corona contro Beppe Grillo: "Gli toglierei la parola" MUGHINI: «UNA PUTT***» E prima ancora dei suddetti arrabbiati canuti, c' erano stati altri portatori sani di saggezza over 65 e di pensieri d' argento - Mauro Corona, Rita Pavone, Vittorio Sgarbi -, ad aver sminuzzato il pensiero di Grillo in briciole da polemichetta politica, in polvere di palcoscenico di un grande guitto che, col suo Movimento nella tempesta, dà l' impressione di ciondolare sempre più alla dolorosa ricerca di un punto d' appoggio. Sicché, per deviare l' attenzione dai diuturni conflitti di governo e dalla difficoltà del suo M5S, Beppe aveva lanciato il sasso della privazione del voto ai vecchi (lui compreso). E nei giorni scorsi, varie sono state le spiegazioni evocate per la boutade del comico: Grillo replicava una teoria economica di Philippe Van Parijs, tra i sostenitori del reddito universale che parlava di «garanzia di giustizia sociale che ai più potrà sembrare drastica, ingiusta, insensata»? Grillo ce l' aveva con se stesso, in una forma contorta di lavacro penitenziale, di auto-afflizione freudiana dato lo scollamento del M5S dalle proprie origini mette in luce un Movimento ormai immerso nel potere che aveva sempre combattuto (mettersi col Pd e con Renzi, poi, dev' esser stato davvero un trauma)? Grillo maneggia dei sondaggi che vedono i 5 Stelle a picco tra la popolazione anziana, e allora che si fottano 'sti vecchi? DISTOPIE Probabilmente la spiegazione è più semplice: Grillo ha seguito un pensiero vagolante, lanciato così alla rinfusa. Tra l' altro, l' idea di confinare i vecchi in un resort col sapore del lager l' aveva già avuta Umberto Simonetta nel romanzo I viaggiatori della sera, a cui si ispirò Ugo Tognazzi per trarne il film omonimo del '79. O anche lo scrittore Christopher Buckley nel libro Boomsday, in cui il governo offriva incentivi alle persone che si fossero suicidate superati i 70 anni. E ricordo, una decina d' anni fa, che Luca Iosi - ex pupillo di Craxi, già produttore tv e ora capo delle comunicazioni Tim - propose «un patto generazionale» per mollare sedie ed incarichi politici e istituzionali a 65 anni. Non ne ricordo alcun seguito. Ma ricordo però anche che Enrico Letta, attraverso il suo think tank Vedrò, suggerì accordi d' acciaio per consentire agli under 40 l' assalto agli over 40 aggrappati alle cadreghe. Poi, però, invecchiando tutti, decidemmo di spostare il limite agli under 45 , under 46, under 47, fino a quando Letta divenne presidente del Consiglio, e il patto si sciolse. È un lampo - e che tu la possa chiamare "maturità", "sapienza", "esperienza" - la vecchiaia ti bussa alla porta. Alla porta di Grillo ha fatto irruzione. di Francesco Specchia

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