Matteo Renzi e Luigi Di Maio, l'asse per far fuori Conte (e Zingaretti): il piano segreto
Rosa come colore dominante, una casa e un albero come scenografia, a indicare i due temi su cui Italia Viva vuole cominciare la battaglia: il Family Act, che sarà presentato oggi dal ministro Elena Bonetti, e un grande piano sull' ambiente. Colonna sonora: "Non avere paura" di Tommaso Paradiso, reduce, anche lui, da una scissione, quella con i The Giornalisti. Comincia così, tra un mare di gente, selfie, abbracci, baci ad accompagnare l' arrivo trionfale di Matteo Renzi, la decima edizione della Leopolda. Titolo: "Italia29", cioè il Paese fra dieci anni, il futuro, dipinto nel video di presentazione come splendido, promettente, invitante. La prima Leopolda non solo senza il Pd (qui il logo dem non c' è mai stato), ma separata dal Pd. Finalmente il partito di Renzi, di cui si è sempre favoleggiato in questi dieci anni, è realtà. Ed è la prima Lepolda con il governo Conte 2. Ed è proprio il governo, quello che Renzi, con un colpo di scena, ha aiutato a far nascere in agosto, il tema di cui si parla dietro il palco, in attesa che il sipario si alzi. Perché è evidente, al di là delle rassicurazioni di rito del leader di Italia Viva, che la tensione con l' esecutivo non solo è alta, ma è destinata ad aumentare. Non solo per le evidenti divergenze di merito, vedi quota 100 o la soglia sul contante che anche ieri hanno tenuto banco. Leggi anche: "Un ultimatum al giorno...". Aiuto, anche Franceschini parla di crisi di governo L'alleanza - Il ragionamento che si fa sotto le volte della antica stazione fiorentina è questo. «Noi abbiamo contribuito a far nascere questo governo, noi abbiamo fatto in modo che Conte restasse», quando proprio il Pd non lo voleva. «E ora Conte, proprio lui, che ci deve tutto, ci attacca ogni giorno». Non fa passare giorno senza una risposta urticante nei confronti di Renzi. In pubblico, ma, dicono, anche privato. Tanto che l' ex premier parla ormai solo con Di Maio. Anzi, con il capo politico del M5S il rapporto si sta facendo sempre più stretto. Per convergenza di interessi, più che per sintonia. Ma, come si è visto nel precedente governo, i comuni interessi accorciano distanze che parevano oceaniche. E così sta accadendo tra Renzi e Di Maio. Sui temi: contanti, stretta sulle partite Iva (che non piace a entrambi), misure contro i piccoli evasori. Ma anche su Conte. Anche a Di Maio il protagonismo del premier, il suo tentativo di emanciparsi dal Movimento o di diventarne leader, disturba molto. Naturale che si crei un asse tra i due per arginare Conte. Fino a che punto e per fare cosa? Questo dipende da Conte, da come reagisce. Ma è altrettanto naturale che un' ipotesi è quella di sostituirlo con qualcuno di meno urticante. Ipotesi, per ora. Si vedrà. «Matteo è imprevedibile», si dice. Un altro scontro - Intanto ieri è andato in scena un altro scontro tra lui e Conte. Quota 100? «Secondo noi», ha scritto Renzi nella enews, «una misura che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi è ingiusta: quei soldi dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie». Per questo oggi alla Leopolda verrà presentato il Family Act, «una misura organica a favore delle famiglie». Mentre in Parlamento si darà battaglia, presentando «un emendamento per cancellare Quota 100: vediamo che cosa faranno gli altri». Probabilmente «sarà solo una battaglia di testimonianza, visti i numeri». Ma si farà. E le armi saranno puntate non solo su questo: «Sui microbalzelli come la sugar tax o le imposte sulla casa o sul desiderio di complicare la vita alle partite Iva ci faremo sentire». Immediata la risposta del premier: «Quota cento c' è, è un pilastro della manovra». Non si tocca. E Franceschini ha avvertito che con una polemica «si toglie il governo di torno». Ma Renzi va avanti, come un treno. Un occhio al governo, un altro ad allargare i confini del suo partito. Allora ecco comparire alla Leopolda l' ex sottosegretario forzista Gabriele Toccafondi e oggi sono attesi ex esponenti di Scelta Civica, di Ap. Per ora non si vede nessuno di Forza Italia, anche se Renzi corteggia Mara Carfagna: «La vorrei in una prossima Leopolda e le vorrei dare nel partito un ruolo da assoluta protagonista». di Elisa Calessi