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Pdl, giovani azzurri contro i "falchetti"

I falchetti del Pdl

Non bastavano le tensioni tra i colonnelli del partito: ora anche i ragazzi si agitano e scrivono al Cavaliere. Nel mirino il reclutamento avviato dalla Santanchè

Andrea Tempestini
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Falchetti e colombine. Ovvero: quando le tensioni dei grandi si ripercuotono sui giovani. Nel Pdl, adesso, succede anche questo. Accade che la riunione serale organizzata dalla super falca, Daniela Santanchè, con oltre cento piccoli fan di Silvio Berlusconi, abbia scatenato le ire di gran parte degli iscritti al movimento giovanile del partito, la Giovane Italia. I militanti over 25 non hanno preso bene per niente il fatto che fanciulli pressoché sconosciuti si siano guadagnati la ribalta delle cronache e le comparsate in tv. I due fratelli romani, Andrea e Luca Zappacosta, organizzatori dell'evento, ventenni carini e spigliati, abili davanti alle telecamere, sono diventati, improvvisamente enfant prodige della politica. Soprattutto per la loro granitica difesa del Cavaliere (e della Pitonessa) contro tutti gli Alfini, i traditori. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, poi, sarebbe stata quella fuga in avanti, già strombazzata su qualche giornale, di uno dei due fratelli Zappacosta, il 23enne Andrea, già pronto per una candidatura alle Europee del prossimo anno. «E noi? Hanno chiesto gli altri della Giovane Italia?. Noi che lavoriamo sul territorio da quando siamo ragazzini, e ci facciamo un mazzo così nei gazebo del partito? Noi chi siamo?».  Tensione su Twitter Il malumore è palese sui social network, laddove le nuove generazioni, ormai, si scambiano impressioni, umori e, spesso, sfoghi senza filtro. Per l'occasione su Twitter è nato un profilo apposta: Zappanche, una crasi tra Zappacosta e Santanchè. Uno scherzo, certo. Che però è servito a innescare la miccia. «C'è chi zappa e chi milita», ha cinguettato Luca. «Chi zappa mangia a San Lorenzo in Lucina... chi milita mangia alla Caritas, perché la militanza costa». Alessio ha attaccato in rima: «Zappanché il prossimo gazebo fallo te». Domenico gli fa eco: «Se questa è la nuova classe dirigente, aiuto, allora io preferisco riunioni, manifesti, banchetti in piazza anche al freddo». Per Leonardo la convention dei baby falchi è un assist al Pd del sindaco di Firenze: «Stamani Renzi si è svegliato cantando Meno male che Zappanché c'è», chiaro riferimento al più noto inno azzurro “Meno male che Silvio c'è”. Interpellata sulla vicenda, l'onorevole Santanché ha minimizzato le polemiche. «Non c'è nessuna tensione con il movimento giovanile del Pdl. Non stiamo facendo nulla di segreto o di nascosto. Al contrario: abbiamo riunito tantissimi ragazzi e ragazze che non hanno mai fatto politica prima d'ora e che però hanno una grande passione per Forza Italia e per Silvio Berlusconi. Abbiamo deciso di fare questa riunione proprio per sostenere il presidente Berlusconi in un momento così delicato e particolare per lui e per il partito». Il suo discorso non fa una grinza. Se l'unione fa la forza, allora che male c'è ad aggiungere altri piccoli forzisti alla galassia degli elettori del Cav? In più, la Pitonessa non ha gestito da sola la kermesse dei falchetti. Con lei, l'altra sera, c'era anche Annagrazia Calabria, la deputata che guida il movimento ufficiale dei ragazzi del partito. E le parole di Annagrazia sono state chiare: la militanza non s'improvvisa. È difficile. Fare parte di un movimento giovanile significa dimostrare di avere dei valori, anche facendo sacrifici e gavetta. «Bisogna organizzare banchetti, manifestare nelle piazze, portare avanti proposte. «I giovani in politica non stanno né dietro né di lato ma possono e devono stare davanti, svolgendo il ruolo di avanguardia».  La Calabria è impegnata, fra l'altro, nella grande kermesse della Giovane Italia che si terrà a Roma il 23 novembre, a poco più di una settimana di distanza dall'incontro dei baby falchi. Due appuntamenti ravvicinati nei quali, però, i protagonisti sono diversi, a parte la Calabria che lotta per l'unità del movimento, gli altri non si mischiano. Micaela è di Roma, ha 22 anni, studia Economia all'università ed è una delle più appassionate sostenitrici del partito del Cav, praticamente da quando era bambina. Cresciuta a pane e Forza Italia. Per questo oggi è «avvelenata contro chi butta nel fango tutto il nostro lavoro. Fare politica vuole dire occuparsi del territorio, supplire alle carenze dell'amministrazione in carica. Andare alle 8 del mattino a piantare i gazebo». Perché non è andata alla riunione dei baby falchi? Risposta: «Perché non conosco il figlio della Santanchè». Micaela è nel gruppo giovanile del Pdl da sempre, come Alessandro Colorio, Michelangelo Chinni, Domenico Naso, Fabio De Benedictis, Pietro Smarrazzo.  Nessuno di loro tifa per la scissione, rifiutano la distinzione tra falchi e colombe, cercano di lavorare sul territorio senza pensare troppo alle correnti, però di fronte all'altra sera parlano di casting, di esempio sbagliato da dare ai giovani. Fabio De Benedictis è laureato in Ingegneria gestionale e si guadagna da vivere facendo il consulente, ma ha un'esperienza politica più lunga di tanti parlamentari, tanto più che lui è stato eletto con le preferenze, sudando voto dopo voto. «Questa storia dei baby falchi è una sconfitta per il nostro movimento giovanile», spiega a Libero . «Noi non vogliamo la scissione e abbiamo cercato finora di mantenerci imparziali rispetto al dibattito dei grandi, tra falchi e colombe. Siamo tutti con Berlusconi, anche se non nascondiamo che la tenuta del governo è importante. Confidiamo si possa trovare ancora una soluzione. Ma non certo a colpi di kermesse da cui siamo stati esclusi». Ancora più duro Domenico Naso, che coordina gli Studenti per le Libertà, cioè i giovani pidiellini negli atenei del centro Italia.    Protesta toscana     Al Consiglio nazionale di sabato potrebbero esserci delle sorprese, ma intanto è uscita una lettera al presidente Berlusconi dal gruppo toscano della Giovane Italia. Dice così: «Non nascondiamo che le voci sulla ricerca esterna al partito di una nuova classe dirigente per Forza Italia ci abbiano amareggiato. In vista della formazione del   nuovo movimento deve essere ascoltata la voce di quei ragazzi   cresciuti nel movimento giovanile e nelle istituzioni locali». La missiva è stata firmata da Niccolò Macallè, Rodolfo Salemi, Alessandro Borgherini, Giorgio Gargiulo, Rodolfo Cipollone, Marco Baldinotti e Andrea Badò, tutti under 30 della Toscana. «Il Pdl», scrivono, «ha già dimostrato di saper valorizzare i giovani. È questo il modello da esportare». di Brunella Bolloli

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