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Vendola, telefonata choc: risate per le domande a Riva sui tumori

Nichi Vendola

Scambio di battute tra il presidente della Puglia e Girolamo Archinà: "Dica a Riva che il presidente non si è defilato"

Francesca Canelli
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Diventa pubblico l'audio della scandalosa telefontata tra Nichi Vendola e Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni esterne dell'Ilva. "Complimenti, io e il mio capo di gabinetto siamo stati a ridere per un quarto d'ora”, dice il presidente della regione Puglia parlando dello "scatto felino" con cui Archinà rubò il microfono a un giornalista che chiedeva a Emilio Riva spiegazioni sui morti di tumore causati dalle emissioni dell'Ilva. Video che, come riporta il Fatto Quotidiano, risale al 2009, ma viene diffuso quando a Taranto scoppia il caso sulle emissioni di benzo(a)pirene.  Ma andiamo con ordine. E' il 29 maggio 2010 quando a Taranto viene indetta una mobilitazione sul benzo(a)pirene e centinaia di persone assediano il Municipio.  I manifestanti richiedono uno stop tecnico della cokeria per valutare l'incidenza nel quartiere Tamburi del benzo(a)pirene da essa prodotto. I dati sono impressionanti: il 98% del benzo(a)pirene che si respira nel quartiere Tamburi di Taranto avrebbe come sorgente l'Ilva. L'inchiesta della Procura pone l'attenzione - attraverso le intercettazioni - proprio su questo documento delicato dell'Arpa. Due giorni dopo la diffusione di tale studio accade qualcosa di particolare. Lo spiega l'ex magistrato Ferdinando Imposimato che scrive: "Dalle carte dell'inchiesta risulterebbe che 'l'avvocato Francesco Manna, capo di gabinetto del governatore Vendola, il 6 luglio 2010, e l'assessore Nicola Fratoianni sono stati incaricati di frantumare il direttore generale dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato, che aveva osato diffondere dati allarmanti sul superamento delle soglie di inquinamento ambientale dello stabilimento e sugli effetti catastrofici sulla popolazione'. Il governatore Vendola, indagato dalla Procura per disastro ambientale, nega di avere interferito indebitamente nella vicenda".  La telefonata tra Vendola e Archinà fa seguito a tutto ciò. Ecco l'audio, riportato dal Fatto Quotidiano.it, e la trascrizione della chiamata.     Ne riportiamo il contenuto:  Archinà - Pronto? Vendola - Sono Nichi Vendola. A - Oh come va presidente... V - Sono per dire una cosa seria anche se mi… sono molto colpito da una scena che ho appena visto ora i miei amici mi hanno fatto vedere a Roma una conferenza stampa e un'immagine, uno splendido scatto felino. [Risata] A - [Risata] V - Non potevo riprendermi. [Risata]. Non potevo riprendermi, ho visto una scena fantastica Dica a  A - [Risata] V - Col mio capo di gabinetto siamo rimasti molto colpiti siccome ho capito quel è la situazione volevo dire che mettiamo subito in agenda un incontro con l'ingegnere. A - Mh mh. V - Archinà no! state tranquilli, non è che mi sono scordato. A - No assolutamente. V - Come fare ho paura che... A - No ero sicuro. V - Ho paura che metto la faccia mia e si possono accendere ancora di più i fuochi. A - No ero siocuro, soltanto che sta degenerando veramente sta degenerando… V - I vostri alleati principali in questo momento, lo voglio dire, sono quelli della Fiom. A - Lo so. V - Quelli più preoccupati, mi chiamano 25 volte al giorno. A - E lo so e lo so lo lo so purtroppo i miei timori del recente passato si stanno dimostrando sempre di più sempre di più non solo l'Ilva ma anche altre persone sono nell'occhio del ciclone, ma tutto poggiato su una scivolata del nostro stimato amico direttore [Assennato, ndr] V - Vabbè vabbè noi dobbiamo fare ognuno la sua parte e però dobbiamo sapere che a prescindere da tutti i procedimenti le cose le iniziative... A - Se se V - L'Ilva è una realtà produttiva. A - E lo so infatti. V - Cui non possiamo rinunciare e quindi dobbiamo vederci dobbiamo... A - Certo certo... V - Rifare garanzie, volevo dirglielo perché poteva chiamare Riva e dirgli che il presidente non si è defilato. A - Vabbè no ma ne eravamo assolutamente certi. Nichi alza la voce - Ma Vendola non ci sta e si difende.. "Provo grande indignazione e grande rabbia per un tentativo di linciaggio e sciacallaggio puro - ha tuonato il governatore, ospite di repubblica.it -. Chiunque abbia ascoltato si rende conto che io non rido dei tumori, il cancro l'ho avuto in famiglia e so cos'è il dolore". Nichi sostiene di aver riso vedendo Archinà afferrare il microfono del cronista, insomma. E per questo ha dato mandato, si legge in una nota firmata Sel, ai suoi avvocati di sporgere denuncia contro i resposnabili dell'articolo comparso su ilfattoquotidiano.it. Quando erano gli altri a ridere - Eppure dimostrava ben altro rigore morale, Vendola, quando a ridere delle tragedie altrui erano "gli amici dei nemici". Nel febbraio 2010, nell'ambito dell'inchiesta su presunti casi di corruzione negli appalti per il G8 (indagato l'allora capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso), finirono sui giornali le intercettazioni dell'imprenditore napoletano Francesco Piscicelli "se la rideva dentro al letto" per il terremoto de L'Aquila. Ecco, in questa occasione il governatore della Puglia si diceva pronto a trarre conclusioni tranchant che non lasciavano spazio a interpretazioni. "Ci sono responsabilità politiche che prescindono dalle responsabilità penali - tuonava Nichi -. Credo che al di là della condizione personale di Bertolaso in questa inchiesta, la Protezione civile abbia subito un'onta che merita conseguenze politiche serie". Un duro, insomma, con gli scivoloni altrui.

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