Di Maio e Franceschini, la trattativa segreta: Pd e M5s alleati al voto, liste civiche e desistenze
Dietro la freddezza ufficiale di Luigi Di Maio di fronte alla proposta di Dario Franceschini di intavolare un'alleanza elettorale Pd-M5s già a partire dalle prossime regionali, si nasconde la tentazione dei molti nello stato maggiore grillino di accettare. E la parola magica potrebbe essere "lista civica". Leggi anche: "Fusione Pd-M5s, cosa si dice sul prossimo voto". Casini sgancia la bomba atomica C'è da superare un tabù storico del Movimento, quello delle alleanze in parte incrinato in questa legislatura, ma fare campagna elettorale in tandem è con ogni evidenza ostacolo più duro da superare di un "governo in corsa". Ma l'inciucio degli inciuci è stato definito "non all'ordine del giorno" in una nota di "fonti 5 Stelle", e visto che le parole in politica sono importanti (soprattutto quelle non dette) è chiaro come la porta sia rimasta semi-aperta. E se c'è la volontà di farlo, un modo per farlo (e spiegarlo agli elettori, magari "fregandoli") lo si trova sempre. Secondo il Corriere della Sera, nelle prossime elezioni regionali M5s e Pd potrebbero studiare un candidato civico, con una sua lista autonoma, che li accomuni, e che consenta un sostegno senza perdere troppo la faccia. Primo esperimento possibile in Umbria, dove si voterà il 27 ottobre. Il Pd esce con le ossa rotte dallo scandalo-sanità che ha fatto cadere il regno della Zarina rossa Catiuscia Marini, ma i 5 Stelle come spesso accade a livello locale sembrano in ritardo, scavalcati da Matteo Salvini nella corsa al governo umbro. Anche qui, come per il Conte-bis, la somma di due debolezze unita alla necessità di scongiurare una immediata rivincita della Lega contro il governo giallorosso potrebbe quasi obbligare Pd e M5s ad allearsi di nuovo. L'occasione la offre Andrea Fora, candidato civico di centrosinistra, opposto alla salviniana Donatella Tesei. In Emilia Romagna, il Pd ha l'uomo forte Stefano Bonaccini, governatore uscente. I 5 Stelle ancora nessuno: potrebbero optare per una candidato debole e una campagna elettorale in sordina, "quasi una sorta di desistenza", suggerisce il Corsera. Inversa la situazione in Calabria: il governatore dem Mario Oliverio per i grillini è un impresentabile, il Pd malconcio potrebbe scegliere un candidato di facciata che non dia troppo fastidio ai 5 Stelle, se non addirittura rinunciare a un proprio nome e convergere su un civico a 5 Stelle.