Accordo tra Berlusconi e Alfano: a Silvio il partito e sostegno a Letta
Da "resa dei conti" l'assemblea di sabato secondo Angelino "sarà una festa". Forza Italia resta nelle mani di Silvio e il vicepremier allunga la vita a Letta...
Tra le mura del Pdl torna il sereno. L'appuntamento del Consiglio Nazionale di sabato 16 novembre probabilmente si ridurrà ad una pace armata. Il Cav non ha intenzione di spaccare il partito. E probabilmente nemmeno Alfano. Così il vicepremier e Silvio sarebbero arrivati ad un accordo. Il partito Forza Italia sarà tutto nelle mani di Berlusconi, in cambio il Cav potrebbe concedere ad Alfano il sostegno al governo Letta anche dopo il voto sulla decadenza previsto per il prossimo 27 novembre. Alfano ha riunito i suoi per un pre-vertice in vista di sabato. La linea morbida per il momento pare avere la meglio. "Il Consiglio sarà una festa" - Così da "scontro finale" il Consiglio Nazionale si trasforma in una festa. "Quando ho detto che non vogliamo rovinare la festa di sabato voglio dire che sabato deve essere una festa perche' Berlusconi la merita. Se altri vogliono trasformarla in filmati da lasciare su Youtube facciano pure ma non e' quella la nostra idea di festa fondativa, non e' quello di un partito che decide in base al filo di fuoco delle agenzie il suo futuro", ha affermato Alfano alla riunione con i 'governativi' del Pdl. Angelino sembra aver accettato le condizioni di Silvio. Il Cav, secondo quanto riportato dall'Huffington Post, ha spiegato ai suoi: "Una scissione non porterebbe da nessuna parte, e non voglio trasformare il rilancio di Forza Italia in un bagno di sangue". E Alfano pare aver recepito il messaggio del Cav. "Unità nel partito" - Ma le ferite non sono del tutto sanate: "Pensavo di avere fatto un'intervista equilibrata al Corriere. Ho ricevuto il solito fuoco di dichiarazioni offensive e gia' questo da' la misura di un problema. Questo accade ogni volta che il presidente Berlusconi butta il ponte levatoio nel tentativo di costruire una nuova unita'. E' evidente che questa unita' questi affetti dal virus della dichiarazione non la vogliono. A Berlusconi ribadiro' la nostra idea di partito". Insomma il vicepremier vuole uscire a testa alta dalla contesa. E soprattutto vuole mettere a tacere i falchi. Il voto sulla decadenza intanto è alle porte e Alfano anche su questo vuole giocare le sue carte e afferma: "Se da settembre sulla decadenza siamo arrivati a novembre non e' merito dei falchi. E noi continuiamo a sostenere che Berlusconi sia vittima di un'ingiustizia". Intanto Berlusconi per bocca del suo legale Coppi ha definitivamente rinunciato all'idea di chiedere la grazia. Ora la partita è tutta sulla data della decadenza. Rinviarne la data potrebbe far slittare la finestra elettorale. Così è guerra sul "giorno del giudizio". Ma intanto per sabato sul Pdl è previsto "sereno".