Julia Unterberger: "Vedo troppi maschi tra i nomi di M5s e Pd". Il governo si schianta sul toto-ministri
Il Pd tiene il punto. Nicola Zingaretti, al termine delle consultazioni al Quirinale, ribadisce il sì al bis di Giuseppe Conte, ma «nel segno della discontinuità». Che, tradotto, vuol dire un cambio nella cabina di comando di Palazzo Chigi. Se il premier è indicato dai Cinquestelle (loro ci hanno provato in tutti i modi a farlo passare per tecnico), il numero due dell' esecutivo «non può essere dello stesso partito», ma espressione dei democratici in quanto partner e seconda forza della coalizione giallorossa. Ieri sono salite le quotazioni di Dario Franceschini per il ruolo di vice premier unico. L' ex ministro è l' esponente piddino che per primo ha ipotizzato il disgelo con i grillini e quello che più s' è speso negli ultimi giorni per trovare la quadra. Dunque, si aspetta di essere premiato per il lavoro fatto. Calano le quotazioni di Andrea Orlando, che comunque dovrebbe fare parte della squadra di governo. In lizza per un posto ci sono anche Paola De Micheli (Sviluppo economico), Maurizio Martina (Politiche Agricole), Graziano Delrio (Infrastrutture). Agli Esteri sono ancora in ballottaggio l' uscente Enzo Moavero Milanesi e Paolo Gentiloni. Alla Giustizia è probabile la nomina di Pietro Grasso (LeU); alla Difesa la ministra uscente Elisabetta Trenta potrebbe cedere il posto a un piddino: Ettore Rosato o Emanuele Fiano. Per l' Interno i dem vedrebbero bene un tecnico come Franco Gabrielli. Così come all' Economia (Enrico Giovannini). Un ruolo potrebbe toccare anche all' ex direttore dell' Espresso Tommaso Cerno. Leggi anche: Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, ma quante balle. Rinnegano loro stessi: ecco i video che li inchiodano È giallo invece sulla delegazione dei renziani. Con l' ex premier che non starebbe scalpitando per accaparrarsi i posti migliori. E ciò allo scopo di tenere le mani libere. «Mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto: puoi far parte di un governo di questo genere? Ho detto no. Sulle poltrone non metto bocca», giura Renzi a Zapping. Intanto, a gelare le ambizioni dei grillini arriva in serata un post di Beppe Grillo. Nauseato dal poltronificio, il garante del Movimento propone un esecutivo tecnico con sottosegretari politici. «Questa crisi somiglia sempre di più ad un guasto dell' ascensore», ha scritto Grillo, «quello che conta è mantenere la calma, non fare puzze e non dimenticare chi siamo». Però i grillini scalpitano. Se dovesse avere ragione il Pd (vice premier unico), Di Maio chiedere il ministero dell' Interno per sé, la conferma in blocco dei suoi fedelissimi (Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede, Giulia Grillo) e la promozione di Stefano Patuanelli e Vincenzo Spadafora. di Salvatore Dama (Intanto Julia Unterberger, dell'Svp che conta tre senatori, in una intervista a il Corriere della Sera ha dichiarato che ci sono "solo maschi nel carosello di nomi del governo. Sono spaventata". E ancora: "Non pretendo la metà della rappresentanza femminile ma il 35-40 per cento sì". Auspica poi i seguendi provvedimenti: "Dal congedo all'80 per cento dei padri svedesi ai diritti delle casalinghe divorziate tedesche: se il marito non paga il mantenimento in una settimana il giudice vende la sua macchina. Dubito però che mi faranno ministro della Famiglia").