Silvio Berlusconi, infermiere Gelmini e Bernini: retroscena, piano per salvare il leader di Forza Italia
Il titolo dell'incontro, come è girato tra i cronisti gonfiandosi a poco a poco, era persino ghiotto, un tantino macabro ma stupendo per imbastire un funeralone spiritoso. Conferenza stampa di Forza Italia al Senato. Protagoniste annunciate: le due capogruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini. Tema: il terremoto! Fantastico. Parola perfetta per fotografare le rovine di Arcore. E le due signore? Ma certo, le terremotate, che cercano di scuotersi di dosso i calcinacci. Saranno loro a chiedere aiuto ai terremotati per farsi tirar fuori dal crollo del Palazzo, e magari rimediare un container per sopravvivere a questi tempi grami. Ah, ah. Non è andata così, non c' è stata materia di sfottò. Materia dei (brevi) discorsi: i terremotati di Norcia, Gubbio, Amatrice. Individuazione dei problemi. Analisi puntuale di errori e mancanze. Idee di soluzione. Annuncio di incontri nei prossimi giorni con le cittadinanze sofferenti. Con cui discutere. I DISEGNI DI LEGGE Le burocrazie soffocano la rinascita? Mancano gli stipendi per i geometri e gli ingegneri? Ecco i testi scritti dei disegni di legge. Avanti. Forza Italia è questo, la politica è 'sta roba qui. Non demolirsi in qualche stanza picconando reciprocamente regole per le primarie, sedie nei direttivi, garanzie di rielezione, divagazioni sulle alleanze. Occuparsi delle persone (gli altri), invece delle cariche (se stessi). Mica male questo slancio. C' è stato davvero. C'era un'altra aria rispetto a tre quattro giorni fa. È come se queste due signore si fossero liberate dall' angoscia. Come chi dopo aver perso molti beni (i consensi del popolo), si trovasse libero e persino bello, senza parrucche, paroloni. Lutto elaborato, quel che fu, amen. Il tentato omicidio di Forza Italia è già stato perpetrato, i killer persino convinti di far del bene se ne sono andati o si sono messi di lato. Si tratta ormai di salvare Forza Italia o l' Altra Italia o cosa diavolo d' altro abbia cavato fuori dalla sua pur sempre geniale testa d' asfalto Berlusconi occupandosi del popolo che le ha elette. Infermiere, quasi arcangelesse con la tuta da protezione civile per curare qualcosa che non merita di morire meschinamente. Leggi anche: Silvio Berlusconi, la valanga: chi molla Forza Italia C'era una strana serenità, una calma operosa su quei due volti. La Bernini ci è rimasta poco, c' era da votare sulle mozioni per il Treno Veloce Lione-Torino, elaborare i discorsi. Ma è bastato per mostrare la certezza di un' identità combattiva. Bisogna fare, il governo non fa, vadano alla malora le tattiche, la paura di rovinarsi i rapporti con la Lega nelle Regioni, ciascuno sia quel che deve essere. Meglio morire schiantandosi in pista, piuttosto che sopravvivere a stento come larve carucce schivando le pugnalate ed eventualmente restituirle. Lo spettacolo estivo di wrestling tra perdenti è durato fin troppo. Ecco il discorsetto della Bernini: «Dobbiamo aiutare i nostri imprenditori e artigiani del centro Italia colpiti da terremoto. Da un anno e mezzo questo governo non fa altro che scipparci il contenuto dei provvedimenti e gli emendamenti, in maniera spudorata, ci levano i nostri nomi e ci mettono quelli dei loro deputati». Salvo poi approvare e non fare. «In questo caso anticipiamo il furto e poggiamo le idee sul tavolo di Crimi. Ma le cose le devono fare. Porteremo le telecamere nelle zone terremotate per far vedere veramente le cose come stanno. Basta chiacchiere, basta slogan ma dosi massicce di realtà, e noi saremo lì». Agosto tra i terremotati, già domani. BASTA PROPAGANDA Idem Mariastella Gelmini. Concretezza. Presenza. «Gli slogan non li dimenticano mai, quelli del governo; le persone invece, con i loro bisogni, se le sono scordate. Migliaia e migliaia di cittadini, quattro regioni e tanti comuni, sono abbandonati. Vogliamo la ricostruzione post terremoto. Saremo in queste zone per ascoltare i sindaci, vogliamo che su questo tema il governo si assuma le sue responsabilità. Su questo tema vogliamo risposte non propaganda». Ci sono un sacco di appuntamenti in questo mese di agosto, al di là del cratere del sisma di tre anni fa: Edolo con gli artigiani, la Puglia con albergatori e gestori di spiagge. Si muoverà - dopo il cattivo sortilegio delle discussioni sulle primarie con Giovanni Toti - anche Mara Carfagna, che oggi sarà a Forteto, in Toscana, e domani al Sud. Licia Ronzulli, presidente della Commissione parlamentare dedicata all' infanzia, ispezionerà le case famiglia e i Tribunali per i minori. Niente ferie, barche, balneazione, chiappe chiare da mostrare sulle spiagge. Funzionerà? Intanto, si nota una lieve vibrazione nella catalessi inebetita e litigiosa degli orfanelli di Berlusconi insediato a Strasburgo. E come si fosse ricostituita dietro Bernini e Gelmini - dopo mesi, anni di frammentazioni e gelosie - una comunità coesa, meno rassegnata al disfacimento e al mors-tua-vita-mea. Mica è facile, conosco quelle stanze e quei corridoi: sono gente complicata, con sistemi di pensiero (parola esagerata) poco armonici. Adesso la senatrice bolognese e la deputata bresciana si muovono con il piglio da caposala che mobilita le risorse umane di un ospedale da campo. Si rendono conto che il problema che assilla gli italiani non è Forza Italia ma l' Italia. E forse curando l' Italia si rischia persino di non uccidere e persino rivitalizzare Forza Italia. O che almeno non muoia prima di morire. di Renato Farina