Decreto sicurezza-bis, posta la fiducia: governo, ecco tutti gli scenari
Ora è ufficiale: il governo gialloverde ha scelto di porre la fiducia sul decreto sicurezza-bis, la cui discussione è in corso al Senato. Si scopre però che Forza Ialia non parteciperà al voto ma neppure uscirà dall'aula, rendendo immutato il quorum. Per Lega e M5s potrebbe essere un punto senza ritorno, l'incidente in grado di far capitolare il governo. Il testo era arrivato in Aula nella mattinata di lunedì 5 agosto, senza relatore, per decisione della commissione Affari costituzionali di palazzo Madama che non ha potuto votare gli emendamenti in mancanza del parere della commissione Bilancio. La prima chiama del voto è prevista per le 19.30. I numeri al Senato, per il governo gialloverde, sono risicatissimi. L'arrivo della senatrice grillina umbra Emma Pavanelli ha concesso un po' di ossigeno alla maggioranza, ma non mette al riparo da agguati o incidenti parlamentari che preoccupano l'esecutivo. Al momento, infatti, la maggioranza a Palazzo Madama è a quota 165, cioè quattro voti al di sopra della cosiddetta soglia di autosufficienza, rappresentata dalla metà più uno dei componenti e fissata dunque a 161 voti. A questa cifra si arriva sommando i 107 senatori M5s, i 58 della Lega, senza contare i due voti degli esponenti Maie, che finora hanno votato praticamente sempre con la maggioranza. Leggi anche: Decreto sicurezza-bis, i fedelissimi di Toti tentennano Insomma, ogni lettura del provvedimento sarà delicata, nel caso in cui il governo dovesse contare esclusivamente sulle forze dei due partiti di maggioranza. Questo a causa della presenza, tra le fila pentastellate, dei dissidenti, senatori che non hanno mancato nelle occasioni più importanti, di marcare la propria contrarietà ad alcuni provvedimenti simbolo del Carroccio, decreto sicurezza-bis in primis. Una dissidenza che, alla Camera, si è manifestata con l'uscita dall'aula di Roberto Fico e di altri 17 deputati al momento del voto sul provvedimento. Potrebbe rivelarsi decisivo l'atteggiamento dei senatori vicini a Giovanni Toti, che dopo la sua uscita da Forza Italia potrebbero tenere un atteggiamento più benevolo verso la Lega: la loro astensione o anche un voto favorevole, potrebbe blindare il testo.