Alessandro Di Battista, la vergogna totale: usa il carabiniere ucciso per insultare Matteo Salvini
Potevano mancare gli insulti e le follie di Alessandro Di Battista sulla vicenda del carabiniere ucciso a Roma, Mario Cerciello Rega? No, ovviamente no. Il grillino riversa il suo pensiero scomposto su Facebook, dove parte ricordando il caso di Daisy Osakue, atleta italiana di origini nigeriane che lo scorso luglio fu colpita in faccia da un uovo: parlarono di episodio razzista, ma così non era. Dopo la premessa, Dibba parte in quarta: "A distanza di un anno è accaduto un fatto infinitamente più grave. Un carabiniere è stato ucciso. Subito si è parlato di due nordafricani coinvolti. I giornali di destra hanno sparato a zero così come diversi politici della stessa area. La Meloni è partita con il suo solito ridicolo comizio sull'immigrazione - insulta l'urlatore professionista -. Ancor più ridicolo se pronunciato da chi, come lei, ha votato a favore della guerra in Libia, una delle cause principali dell'aumento dei flussi migratori negli ultimi anni. Salvini ci si è buttato a pesce e in molti si sono scatenati. Dovete morire in mare neg*** di merda, si leggeva in rete. In realtà ad uccidere il carabiniere è stato un ragazzo borghese statunitense. Ma la divisione del popolo era già stata raggiunta". Leggi anche: Di Battista, asse con Davide Casaleggio Poco dopo, Di Battista riesce a scrivere: "Lungi da me paragonare due eventi ovviamente estremamente diversi. Ma potete dirmi che differenza c'è tra determinate reazioni politiche e dell'opinione pubblica?". Lungi da lui fare il paragone che ha appena fatto, insomma. Quindi, Di Battista passa agli insulti contro gli italiani: "Siamo sempre più un popolo di tifosi e un popolo di tifosi è un popolo di sudditi. I tifosi si scaldano, si incazzano, gridano alle ingiustizie, alcuni si picchiano tra loro ma la palla non la toccano mai. Tengono in piedi un sistema che senza di loro non andrebbe avanti. Finché si tratta di calcio mi può anche stare bene ma quando a comportarsi da tifosi sono i cittadini che non dovrebbero tenere in piedi il sistema ma semmai cambiarlo iniziando a toccare palla è molto più grave", sentenzia. Infine, Di Battista chiude la sua intemerata con quelle che sono quattro richieste che, a suo giudizio, oggi "un popolo unito chiederebbe a gran voce". E oltre alle banalità scritte ai punti 1, 2 e 4, che potete leggere qui sotto, ecco il punto 3. Un assoluto delirio: "Che il Ministro dell'interno, responsabile della sicurezza sul nostro territorio, sia capace di trovare centinaia di milioni di euro non per il TAV o per regalarli a Radio Radicale ma per aumentare effettivi, stipendi e dotazioni delle forze dell'ordine. Vada nei territori di mafia (se ha la libertà e il coraggio di farlo) non a chiedere voti ma a chiedere cosa occorre per la principale guerra che lo Stato deve combattere: quella al crimine organizzato". La consueta vergogna, senza argomenti validi, data in pasto da Di Battista al popolino del web. Di seguito, il post di Alessandro Di Battista su Facebook: