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Nando Pangoncelli, il sondaggio sulla corruzione che smonta magistratura e Mani Pulite

Davide Locano
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Un sondaggio che smonta sogni, ambizioni e convinzioni dei manettari di tutta Italia, da Antonio Di Pietro - che di Mani Pulite fu protagonista - a Marco Travaglio, che del giustizialismo ha fatto la sua cifra distintiva. Il sondaggio è quello proposto da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera: non si parla di partiti e politica ma di corruzione. E il verdetto è inequivocabile: la corruzione per oltre 8 italiani su 10 non è calata dai tempi di Mani Pulite. Cifre che fanno riflettere, che danno la cifra della brutta condizione in cui versa il nostro Paese, ma cifre che parimenti depotenziano il mito di Tangentopoli. Va detto che il 67% del campione interpellato reputa "un'azione positiva per l'Italia" Mani Pulite. Ma il punto è che quando viene chiesto come viene percepita la situazione relativa alla corruzione rispetto ai primi anni Novanta che il 50% risponde "diffusa allo stesso modo". Il 34% addirittura la reputa "più diffusa", mentre solo il 4% ritiene che la corruzione sia "meno diffusa". Insomma, Mani Pulite non sarebbe servita a nulla. Leggi anche: Sondaggio Pagnoncelli, la Lega sfiora il 36% Ma non è finita. L'ultima domanda proposta dal sondaggio Ipsos firmato da Pagnoncelli è relativa alla magistratura. Al campione viene chiesto di giudicare l'azione della magistratura, oggi, nei confronti della corruzione nel settore pubblico e della politica. Per il 44% le toghe sono "troppo spesso indulgenti"; per il 20% "è a volte corretta, a volte eccessiva e persecutoria"; per il 14% "è quasi sempre corretta"; per il 5% "è troppo spesso eccessiva e persecutoria". Le cifre parlano chiaro: il campione boccia in modo sonoro l'operato della magistratura.

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