Di Maio, il sondaggio: "Se M5s va alle urne, finisce per scendere sotto al 15% e far vincere la destra"
"Il sì di Giuseppe Conte alla Tav per i 5 stelle è il male minore". Parola di Fabrizio Masia dell'istituto di sondaggi Emg Acqua, perché l'alternativa sarebbe la crisi di governo e le probabili elezioni anticipate che per il Movimento potrebbero essere "esiziali". "Andare al voto subito significherebbe per i pentastellati perdere altri voti, oltre a quelli già persi alle europee. In alternativa, in caso di crisi, si tratterebbe di avviare in Parlamento un'alleanza con il Pd, che mi pare abbastanza innaturale. Quindi, la logica è: teniamo in piedi il governo, anche cedendo qualcosa. Ovviamente è difficile dire ai propri elettori che si cede e quindi si sceglie la strada di far votare in Parlamento per far vedere che si è combattuta comunque la battaglia, anche se poi si è perso" riferisce alle pagine della Stampa. Leggi anche: Conte, sfuriata con capogruppo m5s Patuanelli: la bomba dell'Adnkronos Masia non ha dubbi: "Di Maio non ha molte alternative in questo momento. Se declini nel modo corretto questa vicenda della Tav, poi hai qualche mese di tempo per dare in pasto ai tuoi delle nuove idee, puoi ottenere qualche vittoria, magari il salario minimo. Se vai alle politiche e scendi sotto il 15% la destra diventa fortissima, la sinistra si riconsolida e tu sei fuori dai giochi. Rischiano un inesorabile declino". Nonostante ciò per il sondaggista il sì alla Tav è un duro colpo inflitto a un Movimento già traballante: "Attualmente i 5 stelle nelle mie rilevazioni sono sotto al dato delle europee (il 17%, ndr). È chiaro che una cosa di questo tipo potrebbe portare magari via altri uno o due punti. Ma, come ho detto, può essere una perdita transitoria, mentre se si andasse a votare rischierebbe di essere una perdita definitiva. E in ogni caso, è difficile però pensare che i voti "No-Tav" vadano alla Lega o al Pd. Più probabile che scivolino verso l'astensione, dunque potenzialmente si possono recuperare".