Asse Alfano-Letta per far slittare il voto sulla decadenza
Il 16 novembre si avvicina a grandi falcate, con Silvio Berlusconi e Angelino Alfano impegnati a tener buoni i falchi dei due schieramenti: i lealisti che premono per l'uscita immediata dal governo e gli innovatori che (Cicchitto, Giovanardi e Formigoni in testa) vorrebbero disertare il Consiglio nazionale per puntare dritti alla secessione. Prima di sabato, il Cavaliere e il suo ex delfino si incontreranno ancora una volta, per l'ultimo tentativo di mediazione che eviti lo strappo. E tra le carte che i governativi potrebbero mettere sul tavolo c'è anche lo slittamento del voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, previsto per il 27 novembre. Della partita sarebbe anche lo stesso presidente del Consiglio. L'asse Alfano-Letta punterebbe a mettere al sicuro l'approvazione della legge di stabilità da eventuali sabotaggi dei lealisti. I tremila e passa emendamenti presentati dai partiti fanno infatti temere che l'esame alle Camere vada per le lunghe e che l'approvazione della manovra "sfori" la data del 27 novembre. E col Cavaliere fuori dal Senato, è dura che i suoi votino il provvedimento. Certo, i falchi-innovatori dicono di avere i voti per sostenere il governo e varare la manovra anche al senato anche senza i lealisti. Ma sarebbe un voto da conteggiare con il pallottoliere e dall'esito tutt'altro che certo. E anche a Palazzo Chigi hanno capito che il Cavaliere e i suoi fanno sul serio e che con una maggioranza risicata il governo andrebbe poco lontano. Anche perchè un minuto dopo l'uscita dei berlusconiani dal governo, Renzi e i suoi chiederebbero a Letta e al Quirinale di aprire una riflessione sull'opportunità di tenere in vita un esecutivo non più di larghe intese. Di qui, la volontà comune a Letta e alfano di riaprire la partita della data del voto sulla decadenza del cav, spostandolo il più possibile a fine anno, se non a inizio 2014. resta però da vedere se il Pd sarà d'accordo a slittare il voto a dopo l'8 dicembre, giorno delle primarie. Il partito è già fortemente screditato per lo scandalo sui tesseramenti gonfiati. E il sì allo slittamento della decadenza potrebbe significare per i dem il fallimento dell'operazione primarie.