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Pdl, Alfano non parteciperà al Consiglio Nazionale

Berlusconi e Alfano

Dopo il botta e risposta a distanza Angelino è tentato dal disertare il Consiglio Nazionale. Ormai è guerra tra falchi e colombe e su twitter volano insulti

Ignazio Stagno
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La rottura è insanabile. Angelino Alfano è pronto allo strappo col Cav e con Forza Italia. Il vicepremier probabilmente non pareciperà al Consiglio Nazionale previsto per sabato 16 novembre. Tra falchi e colombe ormai è guerra aperta. Angelino a quanto pare ha deciso di disertare l'appuntamento col Cav. Si potrebbe dunque ripetere il copinone dello scorso 25 ottobre quando Alfano e i ministri Pdl disertarono l'Ufficio di presidenza che dava il via alla nuova Forza Italia. Adesso però lo scontro è totale. Le parole del Cav non hanno convinto Alfano e quelle di Angelino non hanno certo rasserentao Silvio. Il vicepremier aveva ammonito: "Il governo deve andare avanti nonostante la decadenza di Berlusconi". E a stretto giro anche Silvio aveva risposto: "Attenti perchè rischiate di fare la fine di Fini. Non si può stare al governo con chi mi uccide politicamente". Superate le scintille domenicali, ci pensano un altro falco e un'altra colomba a far scoppiare la guerra tra bande.   Diserzione di massa - Ormai dunque è guerra quotidiana. Lealisti e alfaniani continuano a raccogliere le firme per i rispettivi documenti politici, convinti che ormai il redde rationem e' vicino e difficilmente si evitera' la conta interna. Oggi, a quanto si apprende da esponenti degli innovatori, Angelino Alfano vede vedere in serata (tra le 19 e le 21) i suoi parlamentari, alla presenza dei ministri pidiellini, per fare il punto della situazione. Questa sera, sarà dunque ufficializzata la linea degli alfaniani con una docunento che scinde i destini del Cavaliere da quelli del governo e chiede un impegno a "rinnovare la fiducia all'esecutivo fino al 2015". Ma Berlusconi ripete: "E io dovrei stare con chi vuole farmi fuori?". E aggiunge: voglio proprio vedere chi mette la sua firma alla mia condanna".  Scintille tra falchi e colombe - Duello su Twitter tra Roberto Formigoni e Maria Stella Gelmini sui numeri e le adesioni alle due diverse anime del Pdl in vista dell'appuntamento del Consiglio nazionale. E' l'ex governatore della Lombardia, voce degli “innovatori” del partito a cinguettare per primo: "I falchi - scrive - devono sapere che,nonostante gli attacchi, crescono le adesioni al nostro documento di Innovatori, cresce senso di responsabilità nel Pdl". "In Lombardia dove, ahimè, abbondano falchi e pitonesse - aggiunge - il nostro documento Innovatori Pdl ha già raccolto la firma del 40% di membri del CN». A stretto giro di posta arriva la risposta di Maria Stella Gelmini: "In Lombardia oltre il 70% dei delegati ha scelto di stare con Berlusconi. #Formigoni millanta il 40% delle firme - attacca - che tristezza!". Poi arriva  la sarcastica replica di Formigoni non si fa attendere: "Povera stella - cinguetta - la nostra Gelmini,che nella concitazione di questi giorni non sa più fare i conti. Ma poiché noi abbiamo il 40%, loro non più del 60", puntualizza. Rinvia tutto al Consiglio nazionale di sabato prossimo, allora, la deputata Pdl: "Caro @r_formigoni, il 16 novembre - scrive - vedremo chi sa contare e chi la spara grossa per raccattare qualche firma in più... #partitapersa".  

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