Matteo Salvini sui fondi russi: "Servizi segreti? Un sistema ben organizzato, niente accade per caso"
In questo giovedì 18 luglio in cui pare essersi aperta nei fatti la crisi di governo, i primi affondi sono stati di Matteo Salvini contro Luigi Di Maio. Non solo il post su Facebook in cui ha detto che il M5s, votando Ursula von der Leyen, ha tradito gli italiani. Ma anche un paio di interviste, a Repubblica e Corriere della Sera, in cui a fronte delle minacce e degli insulti che riceve quotidianamente dai grillini è tornato a paventare quella crisi di governo che ora sembra, quasi, cosa fatta. Ma ovviamente si è parlato anche del caso dei fondi Russi, del Metropol, di Gianluca Savoini. A Repubblica,Salvini ha assicurato che andrà in Parlamento: "Lei non si preoccupi di quando, ci andrò". E ancora: "C'è un'inchiesta in corso da mesi, possono cercare quello che vogliono, ma non trovano un euro, un dollaro, non trovano nulla. Trovano, quella sì - prosegue il ministro dell'Interno -, la convinzione che i rapporti con la Russia sono fondamentali, che Putin è un grande uomo di Stato e che per l'Europa è meglio dialogare con Mosca che lasciarla nelle mani della Cina. Così come dirò che le sanzioni sono un provvedimento sbagliato". Leggi anche: Saviano, porcheria contro Salvini dopo la morte di Camilleri Dunque, il leader della Lega ricorda come "stanno dietro a Trump da due anni e non hanno trovato alcunché. Ognuno passa il tempo come vuole". Quindi chiedono a Salvini se "davvero sostiene che la attaccano perché vuole cambiare l'Europa?". "Niente succede per caso. Niente. Se se la prendono con Trump, volete che non se la prendano con me?". Ed è qui che il vicepremier avanza il sospetto. Gli domandano chi dovrebbe prendersela con lui, e risponde: "Diciamo che c'è un sistema ben organizzato". I servizi segreti? Quali? "No... ma... io ho le mie idee, l'importante è che sono tranquillo dal punto di vista di tutti quei reati di corruzione, quelle fantasie lì. Sono colpevole di avere buoni rapporti con la Russia", conclude. E chi vuole avere orecchie per intendere, intenda.