Massimo Garavaglia assolto per non aver commesso il fatto: sottosegretario senza macchia, M5s rosica?"
Un sospiro di sollievo per il governo, che probabilmente non avrebbe potuto reggere a un altro colpo: il leghista Massimo Garavaglia, sottosegretario all'Economia, è stato dichiarato innocente oggi dal tribunale di Milano, dove era processato insieme a Mario Mantovani, ex deputato di Forza Italia ed ex vicepresidente della Regione Lombardia. Garavaglia assolto per non aver commesso il fatto, Mantovani condannato a cinque anni e mezzo di carcere (il pm Giovanni Polizzi aveva chiesto due anni di reclusione per Garavaglia e sette e mezzo per Mantovani). Leggi anche: Massimo Garavaglia, profezia sul futuro del governo Nel dettaglio, il leghista era accusato di turbativa d'asta per un reato che avrebbe commesso quando era assessore in Regione e avrebbe raccolto la richiesta di Mantovani di intervenire per fare arrivare ad una Croce operante nell'hinterland milanese il servizio di trasporto dei dializzati, che la stessa Croce esercitava da tempo e che era stato invece assegnato ad un'azienda privata. Secondo quanto asserito dal suo difensore, Jacopo Pensa, l'unico atto concreto compiuto da Garavaglia fu una telefonata con una vaga richiesta di informazioni: "Si diceva che una telefonata allunga la vita - ha detto il legale - qui invece una telefonata ha originato un processo penale". Come detto, l'assoluzione dà tregua al governo, fiaccato dalle divisioni interne e, negli ultimi giorni, dalla rissa continua sulla vicenda Russia-Savoini, usata dal M5s per colpire Matteo Salvini e cercare di scalfirne l'egemonia all'interno della maggioranza gialloverde. Dopo Siri indagato e Rixi condannato, una ulteriore condanna per Garavaglia avrebbe aperto un ulteriore fronte, avrebbe gettato altra benzina sul fuoco grillino. E chissà che, in fondo in fondo, i grillini non siano dispiaciuti per il fatto che il sottosegretario del Carroccio sia stato assolto... Per quel che concerne chi esce condannato da questa vicenda, Mantovani, rispondeva invece, oltre che della turbativa d'asta in concorso con Garavaglia, di una lunga serie di capi d'accusa per corruzione e concussione, reato che avrebbe in larga parte commesso mescolando la sua attività di amministratore pubblico con il ruolo di imprenditore privato nel campo della assistenza