Alessandro Di Battista, lo sfogo scomposto del grillino allo sbando: "Salvini, sei ridicolo"
L'incontro di Matteo Salvini al Viminale con i rappresentanti di lavoratori e imprese per discutere della prossima legge di bilancio non è andato giù a Giuseppe Conte. Quando ancora il leghista e i suoi collaboratori sono a colloquio con le 43 sigle riunite nella Sala del Consiglio del ministero dell' Interno, il presidente del Consiglio esce da Palazzo Chigi e davanti ai giornalisti mette i puntini sulle i: «Che un leader di una forza politica voglia incontrare le parti sociali, la ritengo una cosa buona e giusta. Anzi, anche il ministro Di Maio potrebbe fare altrettanto col Movimento Cinque Stelle. Se però oggi qualcuno pensa che non solo si raccolgono le istanze e le proposte delle parti sociali, ma si anticipano temi e dettagli di quella che ritiene dovrebbe essere la manovra economica, ecco questo non è corretto affatto: si entra su un terreno di scorrettezza istituzionale». Conte indica la sede del governo dietro di lui e precisa: «La manovra vien fatta qui, col ministro dell' Economia e tutti gli altri ministri interessati. Non si fa altrove». Leggi anche: Di Battista demolito da Giorgia Meloni E non è solo questione di spazi. «I tempi, tengo a precisarlo, li decide il presidente del Consiglio sentiti gli altri ministri, in primis il ministro dell' Economia...». Il messaggio è per Salvini il quale, lo ha ricordato anche ieri, vorrebbe pigiare il pedale dell' acceleratore e cominciare a discutere la manovra in Parlamento già a settembre. Ma, sempre a proposito di tempi, lo staff del premier fa filtrare che è da più di due settimane che Conte sta sollecitando la Lega a nominare i suoi rappresentanti ai cinque gruppi di lavoro che si occuperanno della manovra, senza aver ancora ottenuto risposta... IL DIBATTITO SUI TEMPI Non è finita, perché i giornalisti lo provocano sull' accusa di fondi russi alla Lega (a questo proposito sarebbe già pronta la proposta di legge targata M5S per una commissione d' inchiesta sui finanziamenti ai partiti) e sulla richiesta, rivolta dai Cinquestelle a Salvini, di presentarsi davanti ai parlamentari: «Noi dobbiamo trasparenza ai cittadini: tutte le sedi, in primis il Parlamento, sono le sedi giuste per onorare questa linea guida». Il ministro dell' Interno dovrebbe quindi riferire in Aula? «Perché no?». Così, dunque, Conte. Ma sull' incontro di Salvini con le parti sociali ha qualcosa da dire anche Luigi Di Maio. All' incontro infatti partecipa pure, per presentare la "sua" flat tax, Armando Siri, l' ex sottosegretario leghista indagato per corruzione, allontanato dal governo su richiesta del M5S. Il vicepremier grillino parte da Siri per polemizzare, con un lungo post su Facebook, non tanto con Salvini quanto con i sindacati: «Se vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. E ci comportiamo di conseguenza. Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo (per tutti stipendi di almeno 9 euro lordi l' ora), quando abbiamo milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d' oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi!». LA NOTA CGIL, CISL, UIL Pronta la replica, con una nota congiunta, di Cgil Cisl e Uil che definiscono «del tutto inaccettabili ed offensive, nei toni e nella sostanza» le parole di Di Maio «al quale ricordiamo che siamo stati ricevuti 15 giorni fa dal presidente del Consiglio Conte, insieme allo stesso vicepremier Di Maio, e siamo ancora in attesa di ricevere la calendarizzazione degli incontri specifici cosi come aveva garantito il presidente del Consiglio per affrontare i temi contenuti nella nostra piattaforma unitaria, illustrata peraltro almeno tre volte al presidente del Consiglio». La giornata non è finita e Alessandro Di Battista ha ancora il tempo, via Facebook, di attaccare pesantemente il capo della Lega: «Salvini il bugiardo è impegnato a mentire (la sua difesa sul caso Russia-Savoini è ridicola)». di Alessandro Giorgitti