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Giuseppe Conte, Matteo Salvini e quel grave sospetto: ha voluto bruciare la carta Giorgetti in Europa?

Caterina Spinelli
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Per il premier Giuseppe Conte era già fatta: il commissario alla Concorrenza sarebbe andato all'Italia. Eppure nella pratica la situazione è molto più complessa. Tutta la fretta del presidente del Consiglio nel promettere alla Lega - subito dopo l'uscita del pacchetto sulle nomine Ue - la poltrona, sembra non aver giovato alla sua posizione. I leghisti infatti sono molto scettici. "Un portafoglio economico così ambito, come potrebbe finire nelle mani di chi ha sempre votato contro Bruxelles?", si interrogano nel Carroccio. Il partito di Matteo Salvini - rivela La Stampa in un retroscena - si sente assediato dall'asse popolare-socialista e franco-tedesco, sopravvissuto alle elezioni del 26 maggio. La mancata elezione alla vice presidenza di Mara Bizzotto ha fatto andare su tutte le furie il leader e la stessa candidata, che ha parlato di "cordone sanitario messo in piedi contro Salvini". E ne attribuisce la regia allo stesso David Sassoli, ora alla presidenza del Parlamento europeo, contro il quale ministro dell'Interno ha speso parole al vetriolo.  Leggi anche: Di Maio e Salvini, nomine Ue e rimpasto di goevrno: "Concorrenza a noi" Per Salvini, essere avvertito da Conte solo a cose fatte, sarebbe stato inaccettabile. Il vicepremier non era stato neppure avvisato della proposta avanzata dal premier sulla Concorrenza, figurarsi sull'ipotesi di Giancarlo Giorgetti come vicepresidente. Un tentativo per bruciarlo e piazzare un profilo più gradito a Bruxelles? Sono i sospetti che agitano il Carroccio. "Che sia un commissario economico, alla Concorrenza, all'Industria o all'Agricoltura è un fatto: noi le idee su incarico e nome ce le abbiamo chiare". Sembra infatti che tutto sia già deciso: in pole position rimane pur sempre Giorgetti, che però, nel caso in cui fosse contrario a dire addio alla politica italiana, sarebbe sostituito dal ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio. 

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