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Lega, Gian Marco Centinaio parla chiaro: "Governo a casa veloce come la luce"

Davide Locano
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Sarà il caldo, fatto sta che il nervosismo in casa Lega sta aumentando. E stavolta non ci sono soltanto i grillini a far impazzire gli uomini del Carroccio. Cominciano a formarsi nelle crepe anche all' interno della corazzata salviniana: il duello Giorgetti-Borghi sui miniBot non solo non è finito. Anzi... La situazione, tra voglia di mandare a quel paese i cinquestelle e tener duro, è sintetizzata dal ministro al made in Italy (agricoltura e turismo), Gian Marco Centinaio: «Il governo è agli sgoccioli se continua a utilizzare il metodo di lavoro che ha utilizzato negli ultimi due mesi, quelli antecedenti la campagna elettorale. Se andiamo avanti a lavorare in questo modo è meglio, non tanto per il bene del governo ma per il bene dell' Italia, che si torni a votare il più velocemente possibile». Il dirigente leghista, durante il faccia a faccia a #PoliticaPresse, insiste. «La campagna elettorale è finita e i toni vanno abbassati. Se non torniamo a fare un' azione di governo come dieci mesi fa invece di continuare con le solite polemiche rischiamo di andare a casa alla velocità della luce e ce lo meritiamo». Leggi anche: Cangini, bordata forzista contro Di Battista Il problema è evidente. Cinquestelle, per recuperare i consensi bruciati, tenta la carta del salario minimo. Una riforma osteggiata dalla Lega, non fosse che la misura costerebbe 6,7 miliardi alle imprese. Non proprio un aiuto in un periodo di crescita zero e con la Germania, nostro primo partner commerciale, in difficoltà. Il Carroccio a sua volta rilancia sulla flat tax o comunque su una riduzione drastica delle tasse al più presto possibile. Salvini vorrebbe addirittura decidere la sforbiciata fiscale entro luglio, senza aspettare la manovra d' autunno e quindi il 2020. Sulla flat tax però M5S dice: «Ma dove sono le coperture?». Si parla di 15 miliardi... Massimo Garavaglia, viceministro all' Economia, ha risposto per le rime al pressing dei pentastellati sulle famose coperture: «Non le dico, altrimenti me le ruba Di Maio». Come si fa a proseguire così... È tutto un equilibrio sopra la follia, canterebbe Vasco Rossi. La stessa follia che alberga pure a Bruxelles. Oggi la Commissione Ue discuterà della grana Italia. Si sa, causa debito eccessivo lo Stivale rischia una procedura d' infrazione. Il verdetto sarà emesso all' Ecofin del 9 luglio, tuttavia sembra filtrare un nulla di fatto. O meglio: Bruxelles potrebbe chiedere un piano di rientro spalmato nel tempo, da iniziare nel 2020. Proprio per rompere le uova nel paniere di Salvini, al quale invece converrebbe politicamente o una bocciatura secca o una promozione senza se e senza ma. Una non decisione prolungherebbe solamente l' agonia. I suoi però scalpitano. Sui temi economici si fanno sempre più caldi, a proposito di clima, gli animi tra Borghi e Giorgetti. Domenica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, candidato a diventare commissario Ue, aveva spiazzato tutti da Losanna: «MiniBot? Credete ancora a Borghi?». E ieri, scherzando ma non tanto, il leghista di Varese ha ribadito: «Borghi non deve offendersi, gli ho semplicemente consigliato di puntare i miniBot sulla vittoria della Svezia...». Il presidente della Commissione Bilancio della Camera però non l' ha presa bene e ha puntualizzato: «Nessuna retromarcia, le idee si possono cambiare ma non si cambiano certo con una battuta. E se Salvini non fosse stato d' accordo non entravano nel programma della Lega e nel contratto di governo con il Movimento 5 Stelle». Linea ribadita dallo stesso vicepremier: sono nel contratto. Come mai allora Giorgetti se n' è uscito così? Forse, nonostante l' aria olimpica, non si accontenta più di partecipare e di vedere i cinquestelle (e non solo) rovinare i suoi piani. Il messaggio è chiaro: vado in Europa, se mi mandano... Il no ai miniBot convincerebbe anche gli scettici in Europarlamento a votarlo. Via Giorgetti da Roma, non rimarrebbe nessuno della vecchia guardia "padana" al governo. Ma Salvini ormai guarda avanti: la nuova Lega, più snella e più aperta, corre come un treno. Gli ultimi sondaggi, diffusi ieri sera dal TGLa7, danno il Carroccio ancora in crescita. Siamo al 37,3%. Tre punti in più rispetto alle Europee. In appena un mese. Il vento sta spingendo Matteo a tutta velocità verso la resa dei conti. Stasera ci sarà un vertice con Conte e Di Maio sull' autonomia, dossier che secondo i proclami dei giorni scorsi dovrebbe essere approvato nel prossimo Consiglio dei ministri. Gigino, ma non solo, ha fatto il diavolo a quattro pensando di riacciuffare voti al Sud. Però Salvini non è scemo e, se proprio dovesse fare cadere il governo, non sarà forse sull' autonomia. Semmai sulle tasse. E infatti ieri sera, a Quarta Repubblica, Giorgetti ha detto che se non si farà la flat tax «qualche problema ci sarà di sicuro». L' ultimatum è fissato per luglio. Difficile pensare che questo governo possa scrivere la Finanziaria 2020. di Giuliano Zulin

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