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Sestino Giacomini: "Gli davano del pazzo ma...". Perché sui magistrati aveva ragione Silvio Berlusconi"

Cristina Agostini
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"Se c'è un Paese occidentale negli ultimi decenni dove le sorti di questo o quel governo, di questo o quel politico, sono state determinate da vicende giudiziarie, quello è l'Italia", scrive Augusto Minzolini in un retroscena su Il Giornale. "Abbiamo fatto scuola", confida al giornalista Sestino Giacomini, consigliere del Cavaliere: "Silvio Berlusconi veniva preso per pazzo ma le accuse che muoveva si stanno dimostrando realtà. Come pure la storia dei colpi di Stato, cioè delle iniziative giudiziarie con cui è stato messo all'angolo, che in fondo somigliano a quella che nel 2008 determinò la fine del governo Prodi". Leggi anche: "E' solo un primo segnale". Toghe, la profezia di Mieli? Minzolini: "Quadro peggiore" Persino il piddino Umberto Del Basso De Caro dice: "Qui bisognerebbe rileggere la storia, a cominciare da quella strana coincidenza per cui tutte le inchieste che riguardarono Bettino Craxi all'epoca, passarono per le mani del gip di Milano Italo Ghitti, che consigliava Di Pietro su come doveva impostarle per mettere il povero Bettino agli arresti. Ora si è squarciato il velo. Ecco perché al di là delle resistenze di Mattarella penso che alla fine questo Csm verrà giù". Il forzista Pierantonio Zanettin affonda: "Se avessero usato un trojan 30 anni fa avremmo scoperto che i due terzi dei responsabili delle procure veniva deciso da Violante e da Magistratura democratica. E magari oggi ci renderemmo conto che il padrone della Cassazione è il segretario che decide i giudici che parteciperanno al collegio di questo o quel processo". 

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