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Alfonso Bonafede, la riforma della giustizia: intercettazioni, il punto per far saltare il banco con la Lega

Davide Locano
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Ecco la bozza di riforma della giustizia marchiata Alfonso Bonafede, il Guardasigilli grillino. Riforma in tre passi: subito il disegno di legge per accelerare i tempi del processo penale e far entrare in vigore il blocco della prescrizione da gennaio 2020. Dunque una nuova legge sulle intercettazioni, sulla quale il Bonafede apre le consultazioni con i giornalisti già venerdì, e che marchi un cambio di passo rispetto alla legge da lui bloccata dell'ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Infine - terzo e ultimo step - un nuovo sistema elettorale per il Csm, da delegare però al Parlamento. Perché, secondo Bonafede, le nuove regole, soprattutto in questo momento particolarmente grave per la magistratura, devono ottenere il voto di tutti e non essere di una sola parte. Sono queste le prime indicazioni che trapelano da via Arenula circa la riforma, in vista del vertice di mercoledì con Bonafede, Giulia Bongiorno, probabilmente Matteo Salvini e, infine, Giuseppe Conte. Al momento, dal ministero della Giustizia non sono ancora partite bozze. Ma le indiscrezioni documentano che la riforma del processo dovrebbe incidere soprattutto sui tempi del dibattimento, dal sistema delle notifiche, all'uso delle tecnologie informatiche per il passaggio degli atti. Infine, sottolinea Repubblica.it, dovrebbero portare una stretta sui tempi di indagine, in particolare l'obbligo per i pm di rispettare i limiti previsti per la chiusura delle indagini e quindi la decisione da assumere sugli imputati. Leggi anche: Caos procure, Di Pietro contro i giudici Ma vi è un punto che sembra fatto ad hoc per intercettare la contrarietà della Lega, ed è quello che riguarda la pubblicabilità delle intercettazioni. Bonafede, infatti, è intenzionato a rendere pubblicabile anche in tempi stretti tutto ciò che viene ritenuto di interesse pubblico; per questo, venerdì, il grillino incontrerà Ordine dei giornalisti ed Fnsi. Ma la Lega, sulle intercettazioni, come è noto vuole imporre paletti più stringenti, bloccando l'uscita delle carte già nella prima fase d'indagine. Punto che potrebbe scatenare una nuova battaglia in un governo dove gli equilibdi sono sempre più fragili.

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