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Sea Watch 3, la portavoce Giorgia Linardi sfida ancora l'Italia: "Decreto-Salvini? Non mi interessa"

Davide Locano
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La Sea Watch 3 del decreto sicurezza-bis voluto da Matteo Salvini se ne frega, così come se ne frega delle multe salatissime introdotte dal testo per chi sfida il divieto di varcare. Lo dice chiaro e tondo a L'aria che tira, il programma di approfondimento politico su La7, Giorgia Linardi, portavoce della Ong. "Il divieto introdotto dal decreto sicurezza - premette - non cambia in nessun modo il quadro del diritto internazionale. I motivi per cui noi ci siamo diretti verso Lampedusa sono molto chiari: la Libia non costituisce un porto sicuro, non è un'opzione. Fine della questione. In questo momento davanti alla Tunisia ci sono 75 persone intrappolate su un mercantile, siamo al 17esimo giorno di attesa, la Tunisia non si è palesata, tra Lampedusa e Malta ci sono circa 50 miglia, il porto sicuro più vicino, mi dispiace, è geograficamente l'Italia". Insomma, Sea Watch non arretra di un centimetro nel braccio di ferro con Italia, Viminale e Salvini. Per loro, l'unico "porto sicuro", rimarrebbe Lampedusa. In barba alle nostre nuove leggi. Leggi anche: Sea Watch, vergogna europea: ci rifila tutti gli immigrati

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