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Luca Palamara a Luca Lotti: "Non arrestano Armando Siri perché vogliono trattare con Matteo Salvini"

Davide Locano
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Nuove, sconcertanti, intercettazioni sul caso che, partendo da Luca Palamara e per arrivare fino a Luca Lotti, ha terremotato il Csm. Si parla anche di un cd conservato nella cassaforte di Palazzo dei Marescialli che poteva contenere le accuse contro Paolo Ielo e di cui dà conto Il Giorno. Atti segreti che Lotti voleva "far arrivare" direttamente al Quirinale nella campagna di delegittimazione della gestione Pignatone, il procuratore che lo aveva inquisito sul caso Consip. Ma l'intercettazione di cui si parla riguarda fatti politici più recenti, nel dettaglio il caso che ha costretto alle dimissioni il leghista Armando Siri, ormai ex sottosegretario al ministero delle Infrastrutture. Leggi anche: "A casa tutti quanti": Carlo Nordio demolisce la magistratura L'intercettazione è proprio tra Lotti e Palamara, i quali mettono nel mirino i procuratori di Perugia, Luigi De Ficchy, e quello di Roma, Pignatone. Palamara afferma: "Non avere paura di niente, loro sono palloni gonfiati, punto". Dunque lotti: "Che pure c'hanno fatto male". Ed è a questo punto che Palamara fa riferimento all'inchiesta sul leghista, indagato dalla procura di Roma per corruzione: "La vicenda Siri (incomprensibile, ndr) fidate! ...perché in condizioni... Siri veniva arrestato in condizioni normali ...De Vito (ex presidente M5s dell'Assemblea capitolina, ndr) è stato arrestato per molto meno! ...è una trattativa che vogliono fare con Matteo Salvini, fidati... o non mi sbaglio". Parole che però non sembrano convincere Lotti: "Rischierebbero troppo Luca". E Palamara: "E perché non viene arrestato Siri?". Lotti: "Non c'erano le condizioni (incomprensibile, ndr) mi piace spiegarla così". "Vabbè vediamo", conclude Palamara. Restano le parole, inquietanti, di Palamara, secondo il quale non avrebbero arrestato Siri per una non meglio specificata trattativa con Salvini, teoria alla quale, come appare evidente dalle intercettazioni, non sembra credere neppure Lotti.

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