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Luigi Bisignani, la congiura di Paolo Gentiloni contro Nicola Zingaretti: guerra nel Pd

Davide Locano
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Su cosa stia accadendo nel Pd, fa il punto Luigi Bisignani nel suo consueto intervento su idella domenica. L'uomo che sussurrava ai potenti, commentando la vicenda Csm-Luca Lotti, premette che "il segretario Nicola Zingaretti per scoprire gli intrighi del Pd dovrebbe chiedere al fratello Luca di rispolverare qualche indagine del Commissario Montalbano". Quindi, Bisignani cita l'episodio di Montalbano Un covo di vipere e fa i nomi di quelli che definisce i mandanti dell'affaire Lotti: "Luigi Zanda, che avrà fatto inorridire il suo maestro iper garantista, Francesco Cossiga, che del Csm aveva capito tutto più di vent'anni fa, Dario Franceschini, recordman di giravolte e il solito pierino di Carlo Calenda". Nomi che per Bisignani, citando sempre un libro di Camilleri, si appoggia a Una rete di Protezione "che Zingaretti non dovrebbe sottovalutare perché ha a capo un insospettabile: il Conte Paolo Gentiloni. Una manovra sottilissima, qualche lusinga, qualche bugia e qualche minaccia, fino ad arrivare al primo tempo dell' operazione: regalare meta simbolo del glorioso Pd alla fantomatica sigla Siamo Europei, per evitare diaspore e presentarsi uniti". Insomma, Bisignani - come da titolo dell'editoriale, parla dei "congiurati dem che tramano per affossare Zinga". Leggi anche: Bisignani svela la frase di Ghedini che segna la fine di Forza Italia E ancora, prosegue: "Subito dopo le elezioni, Gentiloni, che da Presidente del partito dovrebbe essere super partes, ha iniziato a muovere le fila di Calenda per creare uno spazio liberale che guardi al centro. In questa operazione Gentiloni ha dirottato su Calenda alcuni suoi fedelissimi: Lorenza Bonaccorsi, Filippo Sensi, già renziano, Lia Quartapelle, qualche assessore in Toscana e una lista di peones tra Lombardia e Campania". Zingaretti, insomma, farebbe bene a guardarsi le spalle. Parola di Bisignani.

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